L’offerta Alice 20Mb di Telecom continua a far discutere. Nonostante alcune novità siano state introdotte nell’offerta Telecom, un comunicato congiunto di Associazione Italiana Internet Provider, Assoprovider ed Associazione Anti Digital Divide pone alcuni importanti quesiti su una questione che sta portando l’Italia verso una condizione di sempre maggiore disagio. Recita il comunicato:
«Sia gli utenti, sia i provider, hanno purtroppo constatato l’esistenza di nuove e palesi violazioni delle normative che regolano il mercato della banda larga: questa offerta all’ingrosso, pur avendo un nome evocativo dell’offerta al dettaglio Alice 20Mbps, non vi corrisponde assolutamente da un punto di vista tecnologico. Solo per citare due effetti delle profonde differenze tecnologiche, basti considerare che, con questa offerta all’ingrosso, un operatore concorrente non può replicare le architetture di Telecom che consentono di avvicinare i contenuti agli utenti (Network Caches) né erogare servizi video (la tecnologia relativa si chiama Multicast). Anche se fosse una offerta wholesale corrispondente all’offerta Alice 20Mbps, vi sarebbero altre violazioni: viene usato il metodo retail minus invece di adottare l’orientamento al costo, come prevede la normativa 34/06, l’offerta all’ingrosso, invece di precedere quella al dettaglio, si avrà solo dopo alcuni mesi (sarà disponibile dal 15 settembre), gli operatori sono relegati ad essere dei meri rivenditori, non potendo in alcun modo personalizzare le offerte, inoltre questi saranno costretti ad utilizzare la vecchia rete ATM, mentre Telecom utilizzerà la nuova rete full ip, che garantisce performance più elevate e minori costi. Come si possono effettuare le verifiche di replicabilità in queste condizioni? Come possono competere gli altri operatori se l’offerta sembra studiata per danneggiarli? La mancanza di una reale concorrenza penalizzerà gli utenti, sia per la qualità dei servizi, sia per le tariffe. Questa “legge del più forte”, non può più essere tollerata».
Il comunicato rappresenta l’ennesimo sollecito ad una autorità di controllo che negli anni poco o nulla ha fatto per evitare l’attuale stato di degrado che coinvolge tanto l’aspetto tecnologico quanto quello culturale del paese Italia.