La corsa alla Luna è in pieno fermento. La sfida incrocia geopolitica, scienza e tecnologia contrapponendo in particolare Stati Uniti e Cina, con la Russia e la Turchia più sullo sfondo. Mai come oggi la Luna è quindi tornata nelle mire di governi e agenzie spaziali, ma anche di compagnie private di mezzo mondo. Il nuovo corso ha senza dubbio aperto la strada all’ambiziosa strategia di diversi Paesi, ma perché tutto questo interesse verso il nostro satellite?
Luna, perché tanto interesse?
Per rispondere a questa domanda e comprendere quindi il perché diverse nazioni sono interessate a rimettere piede sulla Luna basterebbe voltarsi per ricordare quanto le missioni passate abbiano reso all’umanità anche in termini economici e scientifici: oltre 150mila brevetti e 30mila nuovi oggetti, materiali e tecnologie. In quest’ultimo caso pochi sanno, giusto per fare un esempio, che l’antenato della moderna tomografia assiale computerizzata, la TAC, essenziale per una grande quantità di accertamenti clinici, nacque per analizzare la struttura dei nuovi materiali e individuarne punti di forza e criticità.
Sotto il profilo prettamente scientifico, ripresentarsi oggi sulla Luna significherebbe portare a casa una quantità di ricadute in termini di materiali, scoperte e progressi senza paragoni rispetto a mezzo secolo fa.
D’altronde la prima fase di Artemis, il nuovo programma della Nasa, parte proprio dai test scientifici: il “Commercial Lunar Payload Services” punta infatti a posare sulla regolite lunare piccoli ma fondamentali carichi di attrezzature e materiali scientifici e tre società private, tra quelle coinvolte, sono pronte a partire il prossimo anno, preparando la rotta al ritorno dell’essere umano. Perfino Alexa di Amazon avrà un suo importante ruolo all’interno di questa corsa alla Luna, come potete leggere qui.
Altro punto focale è quello di realizzare una serie di progetti di ricerca volti a esplorare meglio come corpo e mente degli astronauti si adattano allo spazio, così da sviluppare in futuro nuove soluzioni per promuovere missioni più sostenibili e sicure, chiaramente anche dal punto di vista di quel turismo spaziale su cui puntano decisamente Elon Musk, Jeff Bezos e altri importanti miliardari. In tal senso dei primi dati sono stati raccolti ed effettuati attraverso alcuni dispositivi Apple, grazie alla missione Inspiration4 di SpaceX.