«Alla Longara». È questa la risposta che si vide recapitata Guglielmo Marconi. La firma era quella di Pietro Lacava, alla guida del ministero delle Poste e Telegrafi e la nota era a fianco della bozza che lo stesso Marconi aveva proposto al ministero per ottenerne un finanziamento al fine di realizzare gli studi necessari a completare il proprio progetto. “Alla Longara”: così lo stato risposte ad un italiano che poco dopo avrebbe ricevuto il premio Nobel per la Fisica.
Non solo c’era il rifiuto: c’era anche lo scherno. Lacava, infatti scrisse la propria nota facendo riferimento alla Longara in quanto sede di un manicomio. “Alla Longara”, insomma, era un calcio nell’orgoglio, un pugno all’innovazione, una porta sbattuta ad una idea che avrebbe probabilmente potuto dare all’Italia un futuro pieno di opportunità. Marconi fu costretto ad un viaggio verso l’Inghilterra: l’idea che qui era destinata alla “Longara” si meritò un brevetto che, anni più tardi, ha espresso tutto il proprio potenziale esportando l’idea della comunicazione “wireless” in tutto il mondo.
La legge del contrappasso è però impietosa. Il ritorno di Marconi in patria è un ritorno da eroe, con tanto di celebrazioni e a distanza di 100 anni ancora lo celebriamo. Ma anche in questo caso, con la legge del contrappasso:
La continuità è sancita dal sito stesso delle Giornate Marconiane. Quel che il telegrafo senza fili è stato a suo tempo, infatti, oggi è rappresentato dalla Rete. La discriminante tra il prima e il poi è l’accelerazione impressa dall’eliminazione dei fili allora e dalla banda larga oggi e l’immagine antecedente non è altro che il riconoscimento di questa continuità storica. Coloro i quali partecipano alle celebrazioni oggi, però, sono gli stessi che in qualche modo hanno responsabilità dirette nel mancato finanziamento della Banda Larga, attori principali di un rallentamento che la classe politica (senza distinzioni di partito, e nell’arco di più governi) ha accompagnato senza reagire agli allarmi provenienti dagli addetti al settore.
Il 2009 è stato l’anno degli studi di Francesco Caio, con i quali per la prima volta un Governo ha preso (o ha dovuto) prendere a cuore il problema della Banca Larga nel nostro paese, gli effetti nefasti del digital divide ed il calcolo delle risorse necessarie per reagire al problema. Il 2009 è stato l’anno delle promesse: quella di Brunetta (2Mbps per tutti entro pochi mesi), quella di Scajola (Banda Larga finanziata entro fine anno) e quelle di tutta una serie di figure politiche prodighe nell’appoggiare una causa che, col senno del poi, è stata una causa persa. Lo stesso Scajola, infatti, ha sancito l’ennesimo rinvio che esclude dal 2009 ogni possibile novità: se Banda Larga dovrà essere, sarà qualcosa in discussione a partire dal 2010. Babbo Natale non porterà sorprese.
Alla classe politica (s’intenda per essa il Governo, l’opposizione, il CIPE, l’Agcom e tutti coloro i quali hanno la possibilità di operare a livello istituzionale per regolamentare e promuovere il settore) sono arrivate varie richieste nel frattempo. Provider, associazioni di consumatori, Confindustria, tutti uniti a chiedere la Banda Larga. L’utenza alza la voce da tempo ed una associazione come l’Anti Digital Divide chiede da tempo lo scorporo della Rete come primo passo necessario alla risoluzione del problema. L’inerzia, però, per quest’anno non potrà più cambiare: l’ennesimo estremo rinvio ha già preso forma e la pausa natalizia congelerà la situazione in attesa della primavera.
“Alla Longara”. Questa la risposta. Diversa rispetto ad allora, più consapevole e meno diretta, meno oppositiva e più politicizzata. Ma il succo è quello: il 2009 è l’anno della crisi, l’anno della disoccupazione, l’anno delle mille emergenze. Non c’è spazio per altro nelle previsioni di bilancio. La Banda Larga, ora come ora, si metta in fila. La politica di oggi manda comunicati stampa e, senza dinieghi, sovrappone eterni rinvii la cui sommatoria equivale al “mai”. Anni fa, invece, il Ministro avrebbe semplicemente preso in mano una matita, avrebbe girato il foglio e, a margine, avrebbe inserito una nota sua personale, rapida e definitiva. Senza rinvii, senza giri di parole: «alla Longara».
L’articolo era pronto prima della nota aggressione a Silvio Berlusconi avvenuta a Milano. Le dichiarazioni relative ai rinvii sulla Banda Larga erano pregresse, ma i fatti delle ultime ore non possono che limitare ulteriormente le possibilità per cui un rasserenamento del clima politico possa portare ad un dialogo costruttivo sul futuro del nostro paese.