Questo Natale sarà quello delle vendite online, tutte le stime prevedono che 12 milioni di italiani ricorreranno al Web per lo shopping natalizio. C’è però a Bruxelles una persona molto preoccupata e il suo parere dovrebbe allarmare tutti: Tonio Borg, neo commissario alle politiche sui consumatori per l’Europa dei 27. In un comunicato pubblicato di recente, i risultati di un’indagine condotta su scala continentale riguardante i siti web che vendono giochi, libri, video e musica che possono essere scaricati su un computer o su un apparecchio mobile, dove emerge che più del 75% di questi siti web non risulta a norma per quanto concerne le regole a tutela dei consumatori.
Brutta notizia, insomma, per chi aveva già pronta la carta di credito. D’altra parte, se ci sono alcuni trucchi per evitare le trappole (come il phishing), l’aumento della base demografica che fa uso della Rete per gli acquisti alimenta in proporzione i casi di consumatori truffati.
Il primo elemento fortemente criticato nel documento sono i contratti, con le loro clausole inique, la perdita sostanziale del diritto di recesso (una chimera nel web), e la mancanza di informazioni sull’identità e l’indirizzo del commerciante. Tutto questo è ancora più preoccupante se si considerano i bambini:
I bambini usano con sempre maggior facilità le nuove tecnologie e sanno sin dalla tenera infanzia come scaricare i giochi. Una volta però che hanno preso l’abitudine a giocare con un certo prodotto è difficile fermarli. Genitori, state attenti, la metà di questi giochi scaricabili sono pubblicizzati come se fossero gratuiti, ma vi potreste trovare rapidamente davanti a conti stratosferici relativi agli articoli virtuali necessari per continuare a giocare.
L’indagine a tappeto (qui) sul contenuto digitale si è svolta nel giugno 2012, ha preso in considerazione 333 siti e di questi 254 hanno «destato dubbi rispetto alla loro conformità con la normativa europea», soprattutto per quanto concerne le regole che disciplinano la pubblicità e le informazioni fondamentali sui costi e le caratteristiche del contenuto. Fra i 55 siti controllati di quelli che vendono giochi a bambini di meno di 14 anni, il 71% (39) non è risultato conforme.
Il settore è in grande crescita e, forte di questo sondaggio a tappeto, ora la Commissione Europea ha intenzione di porre dei paletti per garantire i consumatori, in particolare nella babele dei giochi gratuiti (o presunti tali) per i minori. Il 79% dei consumatori europei ha usato servizi musicali online e il 60% ha comperato giochi online negli ultimi dodici mesi; il volume commerciale dei download di musica è stato pari a 677 milioni di euro nel 2011; i consumatori del Regno Unito, della Germania, della Francia, dell’Italia, della Spagna, dei Paesi Bassi e del Belgio hanno speso 16,5 miliardi di euro per giochi online. Ma i giochi rivolti ai bambini e pubblicizzati come se fossero “gratuiti” costituiscono una quota sempre più grande del mercato: la metà di tutti i giochi venduti negli ultimi dodici mesi.
Il commissario si è dato un anno prima di riferire di nuovo sul tema, assicurando che l’autorità si impegnerà a migliorare le condizioni di trasparenza:
Le autorità nazionali hanno già iniziato a contattare le imprese e a chieder loro di fornire chiarimenti o di rettificare i loro siti web. Se così non facessero, si inizierebbe un’azione legale seguita da sanzioni pecuniarie o addirittura dalla chiusura obbligata dei siti web.