Alphabet ha pubblicato i dati finanziari relativi all’ultimo trimestre dello scorso anno, concluso il 31 dicembre 2016. I risultati raggiunti dal colosso californiano superano anche le più rosee aspettative da parte degli analisti e migliorano in tutto le già ottime performance fatte registrare nello stesso periodo del 2015. Ciò nonostante, il trading after hours non ha premiato la quotazione del titolo, facendo registrare una lieve flessione.
Il Q4 2016 si è chiuso con entrate pari a 26 miliardi di dollari, in crescita del 22% rispetto a dodici mesi prima. L’utile netto si attesta a 5,3 miliardi di dollari (5 miliardi nel Q4 2015). La fetta più grande di introiti arriva ancora una volta da Google (che si ricorda esser diventata una divisione della parent company fondata un anno e mezzo fa), in particolare dall’advertising online legato. Insomma, il core business del gruppo non cambia.
Bene anche le performance del nuovo team al lavoro sull’hardware, inserite all’interno di quelle che bigG chiama Other Revenues: la crescita anno-su-anno è del 62% e arriva a 3,4 miliardi di dollari. Merito della commercializzazione di dispositivi come gli smartphone della linea Pixel, dello smart speaker Google Home, del dongle Chromecast Ultra, del visore Daydream View per la realtà virtuale ecc.
Le cosiddette Other Bets, invece, continuano a far registrare perdite, anche se inferiori: un miliardo di dollari di uscite e 262 milioni di entrate. Si tratta dei progetti legati ad esempio alle self-driving car (Waymo), ai dispositivi Nest per la casa e a Google Fiber. Una spesa necessaria per potersi mantenere all’avanguardia, investendo risorse su ricerca e innovazione.
Nel corso dell’ultimo periodo, Alphabet ha continuato a tagliare i rami secchi, fermando lo sviluppo del programma Project Wing, chiudendo Titan Aerospace e mettendo in vendita Terra Bella, a testimonianza di come, nonostante i risultati finanziari da record, il colosso di Mountain View continui a gestire in maniera oculata i propri fondi.