Entrate per 32,7 miliardi di dollari e reddito operativo pari a 2,8 miliardi di dollari, nonostante la maxi-sanzione annunciata nei giorni scorsi dall’antitrust europeo. Il business di Alphabet, la parent company che tra le altre divisioni controlla anche Google, è più in salute che mai. Lo svelano i dati relativi all’ultima trimestrale che fanno riferimento al Q2 2018, appena pubblicati dal gruppo.
Numeri al di sopra delle aspettative formulate alla vigilia dagli analisti, che si traducono in una crescita anno su anno pari al 26% (nel Q2 2017 l’incremento era stato del 21% rispetto al Q2 2016). Il core business continua a essere quello legato all’advertising, in positivo nonostante una costante diminuzione del cost-per-click. Il mercato azionario ha reagito con entusiasmo alla notizia, tanto che il titolo è schizzato in poche ore guadagnando quasi il 5% del valore, avvicinando Amazon e riducendo il distacco nei confronti di Apple. Ora il colosso di Mountain View punta al traguardo dei 1.000 miliardi di valutazione.
Bene anche le performance delle cosiddette Other Revenues che includono i progetti del gruppo legati all’hardware (Pixel, Chromecast, Home) e a Play Store, così come le iniziative e i servizi legati al cloud, salite a 4,43 miliardi di dollari (+37% anno su anno).
Le Other Bets invece, che includono iniziative più sperimentali come Google Fiber e la guida autonoma di Waymo, hanno ridotto le perdite a 732 milioni di dollari grazie a introiti che hanno raggiunto i 145 milioni di dollari nel trimestre di riferimento. Un risultato promettente considerando la natura di questi business.
Focalizzando infine l’attenzione sul personale, Alphabet ha assunto oltre 13.000 nuovi dipendenti in un anno, portando così il proprio organico a oltrepassare il traguardo delle 89.000 unità. Molti di questi sono impiegati su progetti legati al cloud, un settore in costante espansione.