Con un comunicato stampa giunto in redazione, la Fondazione Altran per l’Innovazione annuncia i cinque progetti finalisti del Premio Internazionale 2013, tra i quali verranno selezionati da una giuria composta da imprenditori, ricercatori e rappresentanti di organi istituzionali quelli a cui assegnare il riconoscimento della migliore innovazione.
Per partecipare al contest è necessario sottoporre la propria candidatura in uno dei paesi coinvolti dall’iniziativa e, successivamente, presentare la documentazione relativa al progetto in modo da dimostrarne tecnicamente ed economicamente la fattibilità. Ai vincitori dei premi nazionali viene offerta la possibilità di essere affiancati dal team di esperti Altran per sei mesi, così da poter sviluppare il progetto trasformandolo in una realtà industriale.
Nel loro insieme, i temi scelti dalle countries in gara delineano un panorama delle sfide tecnologiche, economiche e sociali in Europa, mentre le soluzioni vincitrici aprono potenzialmente la strada a nuove fonti di crescita. Belgio, Spagna, Italia, Portogallo e Regno Unito hanno annunciato i propri progetti nazionali vincitori, in lizza per i due premi del 2013 che saranno assegnati a febbraio 2014.
- Belgio: “Innovazione tecnologica per un’alimentazione responsabile e sicura”, un progetto destinato ad estendere di qualche giorno la data di scadenza degli alimenti, preservandone la qualità in modo naturale;
- Spagna: “Sport intelligenti per una città intelligente”, un metodo di trasporto che consente di andare più veloci e di fare attività fisica attraverso un meccanismo auto-propellente;
- Italia: “Waste to Energy”, un processo biochimico studiato per produrre biocarburanti dai rifiuti alimentari ad alto contenuto di zuccheri, come ad esempio le bevande zuccherate;
- Portogallo: “Innovazioni per un mondo sostenibile”, turbine eoliche di nuova generazione, installabili sui tetti nelle aree urbane;
- Regno Unito: “Sistemi intelligenti per il bene comune”, un contenitore progettato per trasportare gli organi destinati ai trapianti, con un’autonomia di 24 ore.
Il progetto italiano nasce da un’idea di Francesca Raganati e mira a risolvere contemporaneamente due problemi: quello relativo allo smaltimento degli scarti provenienti dall’industria alimentare e la produzione di biocarburanti. La finalità è quella di recuperare lo zucchero contenuto ad esempio nelle bibite (ma anche in cibi come i formaggi) e ricavarne del biobutanolo, una tipologia di carburante simile alla benzina che può essere impiegata sui tradizionali mezzi di trasporto, meno inquinante e più facilmente gestibile rispetto all’etanolo. Una tecnologia di questo tipo solleverebbe inoltre alcuni paesi e popolazioni dall’obbligo di coltivare determinati prodotti destinati proprio all’ottenimento dei biocarburanti.