Gli azionisti di Amazon hanno respinto la proposta di bloccare la commercializzazione di Rekognition, la soluzione di riconoscimento facciale che l’azienda americana ha sviluppato e che vende agli organi della polizia e ai governi. Questo voto era molto atteso in quanto un mese fa era emersa la notizia che un gruppo di azionisti guidati dalla no profit “Open MIC” avrebbe proposto una mozione per bloccare Rekognition fino a quando una terza parte non avesse potuto confermare che questa piattaforma non contribuisce a violare i diritti umani.
Anche in caso di vittoria di questa mozione, comunque, il voto non sarebbe stato vincolante, sebbene avrebbe significato una serie di problematiche da superare per la società di Jeff Bezos. Il risultato del voto era comunque scontato visto che Jeff Bezos dispone del 12% delle azioni della società, nonché i diritti di voto della quota della sua ex moglie. Per capire il “peso” di Bezos, basti dire che i quattro principali azionisti istituzionali della società, tra cui The Vanguard Group, Blackrock, FMR e State Street, detengono complessivamente lo stesso numero di voti di Bezos.
Il problema dell’utilizzo del riconoscimento facciale comunque rimane. Molte associazioni temono, infatti, che questa tecnologia non ancora perfetta possa portare a discriminazioni ed errori. L’ACLU e altre associazioni sono particolarmente preoccupate che i governi possano usare la tecnologia per rintracciare illegalmente attivisti e altri partecipanti a dimostrazioni legittime e all’interno di altre manifestazioni.
Sempre gli azionisti di Amazon hanno bocciato anche altre proposte tra cui quella che impegnava la società a redigere un rapporto sull’impatto aziendale della società.