Gli australiani avranno meno possibilità d’acquisto all’interno di Amazon a partire dal prossimo primo di luglio. I clienti australiani di Amazon, infatti, non potranno più acquistare dai siti internazionali del gigante dell’ecommerce. Provando ad accedervi, infatti, saranno reindirizzati al negozio australiano. Il geoblocking non è l’unica strada scelta da Amazon per bloccare l’accesso agli australiani ai suoi siti internazionali. Infatti, il gigante dell’ecommerce farà in modo che non sia possibile per i suoi siti spedire in Australia.
Ovviamente, lo store locale di Amazon non è certamente poco fornito visto che dispone di milione di prodotti. Tuttavia, per i clienti australiani non poter fare acquisti sugli altri siti del gigante dell’ecommerce sarà sicuramente limitante non potendo accedere a prodotti che si trovano solamente in America o in altre parti del mondo. Questa scelta della società di Jeff Bezos è dovuta ad una certa riluttanza ad accettare la nuova GST, cioè una tassa sui beni e sui servizi che richiedere che Amazon applichi una tassa del 10% su tutti gli acquisti spediti in Australia dall’estero. In precedenza, la GST si applicava solo a oggetti di un certo valore con un prezzo superiore ai 1.000 dollari australiani.
La nuova tassa è stata voluta per difendere soprattutto i piccoli esercenti locali “schiacciati” dalla potenza di Amazon in Australia. Il gigante dell’ecommerce non ha, però, gradito questa novità ed ha quindi deciso di bloccare la possibilità per gli australiani di fare shopping presso i suoi siti internazionali.
Una limitazione che gli utenti starebbero cercando di aggirare utilizzando servizi di spedizione particolari che possano permettere comunque di fare acquisti all’estero su Amazon anche se questo significherebbe dover attendere più tempo per ricevere quanto acquistato.
La GST, tuttavia, non andrebbe a colpire solo Amazon ma anche altre importanti aziende tra cui eBay che, comunque, non intende seguire la strada della società di Jeff Bezos.