Una fotocamera, ma anche molto di più grazie alla tecnologia Firefly. Amazon deve infatti declinare il proprio Fire Phone a quello che può essere il miglior modello di business per l’azienda, dunque la progettazione del software ha portato ad una interpretazione del tutto peculiare del ruolo della fotocamera. Quello che per altri produttori è un optional, per Amazon è diventato non soltanto standard, ma “core”: la fotocamera è un occhio, una proiezione verso l’esterno, una estensione in grado di interpretare la realtà circostante per darvi significato.
Amazon Fire Phone
La tecnologia FireFly trasforma la fotocamera in un’occhio in grado di osservare (non solo vedere) la realtà. Se si fotografa un barattolino di Nutella, insomma, non si codificano soltanto dei pixel all’interno di un file, ma si riconosce l’oggetto ritratto e lo si può ricercare all’interno di un database quale quello di Amazon. Riconoscere la realtà significa pertanto metterla a disposizione dell’utente e tutto ciò per una finalità del tutto ovvia: vendere. Fotografare un videogioco significa poterlo acquistare con un click, il che potrebbe dare risultati clamorosi in termini di acquisto istintivo: il marketplace di Amazon diventa più vicino del negozio sotto casa, offrendo i prodotti all’utente nell’esatto istante in cui l’oggetto stesso è visto e desiderato.
Le prime fotografie della storia erano vissute male dai soggetti interessati poiché la sensazione era che qualcuno si stesse appropriando di qualcosa in modo indebito: la fotografia è possesso e cattura, nonché desiderio. Creare un filo diretto tra il desiderio e l’acquisto è qualcosa in grado di sprigionare enormi potenzialità: Firefly è pertanto uno degli ingredienti segreti del modello di business di Amazon, poiché trasforma la fotocamera nell’occhio dei propri istinti. La peculiare prospettiva tridimensionale dell’interfaccia ha in tutto ciò un ruolo complementare non indifferente: l’esperienza immersiva è una sorta di buco nero simbolico che assorbe lo sguardo dell’utente, catturandolo a sua volta all’interno del device.
Tutto sta ora nel capire quanto possa essere realmente efficace la tecnologia Amazon nella vita reale: gli esempi proposti da Jeff Bezos alla presentazione del Fire Phone erano semplici e codificati, ma non tutto il mondo è etichettabile in sistemi strutturati e non sempre le immagini consentono un riconoscimento immediato del prodotto (la casistica è ovviamente infinita). La componente “wow” è però immediata: non si legge un codice a barre, ma si fotografa direttamente la realtà: si abbatte una barriera nuova e ogni barriera in meno è un passo in più nella strada tra “lo voglio” e “lo compro”.
Se la tecnologia si dimostrerà efficace, i suoi usi potranno essere molti: Amazon mette a disposizione apposito SDK, così che ogni sviluppatore possa pensare di piegare l’idea Firefly alle proprie necessità. Amazon da parte sua ha predisposto tutto quanto necessario: punti, fotografi, acquisti. Ma si potrebbe pensare anche ad applicazioni che misurano le calorie di un prodotto a partire dalla fotografia della confezione, o al riconoscimento di cibi legati ad intolleranze alimentari, o ancora a bugiardini digitali legati all’immagine del medicinale. Le potenzialità sono molte, insomma, e disporre di un SDK apposito dona potenzialità ulteriori al marketplace Appstore su cui il gruppo già sta scommettendo forte.
Se poi si vuole invadere il campo delle speculazioni, è sufficiente seguire un semplice sillogismo: se con Firefly è possibile riconoscere molti oggetti, e se con il cloud storage illimitato gratuito Amazon consente di conservare tutte le foto scattate, allora Amazon ha a disposizione un ampio paniere da cui attingere per capire quali possano essere i gusti, le abitudini e le necessità dell’utente. Si apre dunque una nuova frontiera della personalizzazione degli annunci promozionali e delle offerte su Amazon? Se la tecnologia lo consente, spesso e volentieri il marketing lo pretende. Dunque anche tale frontiera non va sottovalutata, e darebbe peraltro spiegazioni compiute per l’investimento compiuto.