Amazon, sulla scia della luminosa trimestrale presentata nei giorni scorsi, rilancia la scommessa presentando il proprio servizio di pagamenti online denominato Amazon FPS (Flexible Payments Service). Il servizio è attualmente in limitato beta test, ma già i dettagli sono stati resi noti sul sito ufficiale del gruppo.
Amazon Flexible Payment Services
Fino ad oggi era uno soltanto il nome per i pagamenti online: PayPal. Il sistema acquisito da eBay ha infatti numeri in vorticoso aumento e gode di una posizione di indubbio vantaggio rispetto a tutta la concorrenza. Anche Google ha dovuto fino ad oggi limitarsi alle briciole in quanto la corazzata eBay non ha lasciato troppi spazi ed ha anzi visto crescere la forza del proprio brand ed il flusso di moneta veicolata. PayPal, inoltre, da breve ha annunciato la possibilità di pagamenti dilazionati tramite formule di finanziamento online (PayPal Later), il che non potrà che incrementare il margine operativo della divisione. La sfida diretta sembra essere comunque più tra Amazon e Google, con eBay fuori concorso grazie alla creazione di un sistema autenticamente proprio e non limitato ad una infrastruttura aderente ai sistemi di credito pre-esistenti.
Amazon ha fin da subito resi noti vari dettagli relativi al funzionamento del proprio FPS giocando già al primo giro la carta delle API ed illustrando tutte quelle che sono le potenzialità a regime dello strumento: limitazione nei pagamenti mensili, flessibilità estrema, impostazioni opzionali sull’account, peculiarità per l’adozione espressamente pensate per gli sviluppatori, eccetera. Amazon ha ufficializzato, soprattutto, il tariffario applicato. Il distinguo operato è il seguente:
Transazioni al di sopra dei 10 dollari
- 1.5% + 0.01 dollari per pagamenti tra utenti Amazon FPS
- 2.0% + 0.05 dollari per trasferimenti bancari
- 2.9% + 0.30 dollari per carte di credito
Transazioni al di sotto dei 10 dollari
- 1.5% + 0.01 dollari per pagamenti tra utenti Amazon FPS
- 2.0% + 0.05 dollari per trasferimenti bancari
- 5.0% + 0.05 dollari per carte di credito
Il sistema Amazon FPS prevede una ritenuta del 20% sui pagamenti inferiori agli 0.05 dollari nel caso di operazioni interne al sistema oltre a tariffe particolari per flussi di maggior rilievo dalle carte di credito e clienti particolari (fino all’1.9% per volumi da oltre 100 mila dollari mensili).
PayPal non sembra trovare una nuova minaccia, insomma, ma come sottolinea GigaOM probabilmente Amazon e Google vogliono semplicemente una fetta della ghiotta torta che PayPal sta mangiando con crescita netta del 57% solo nell’ultima trimestrale. Tra Amazon e PayPal la sfida sembra essere limitata ad un solo (fondamentale) aspetto: i micropagamenti. Sulle micro-transazioni, infatti, PayPal ancora non rappresenta il mantra ultimo del mercato ed Amazon potrebbe accelerare il processo che vede nell’azzeramento dei costi fissi un toccasana per fare esplodere anche questo nuovo flusso. Per rincarare la dose, il nuovo FPS prevede sistemi di “Prepaid” o “Postpaid” utili ad aggregare molti micropagamenti e autorizzando quindi a soluzioni uniche di pagamento con condizioni privilegiate di prelievo a monte per i costi sostenuti dal servizio (aggirando ad esempio il 20% previsto dai pagamenti sotto i 5 centesimi per limitarsi ai meno incisivi costi delle soluzioni “macro”).
Da PayPal non giunge alcun commento in merito, ma è facile attendersi che, a parità di trattamento con Google Checkout, il gruppo eBay non riconosca fin da subito il sistema Amazon avanzando la necessità di approfondire la sicurezza del sistema. In realtà l’opposizione potrebbe essere legata a posizioni di comodo ed a necessaria ostruzione concorrenziale, il che lascia ancora formalmente in mano a eBay il pallino del gioco.
Per Amazon (che da breve ha introdotto anche un servizio di vendita di cibo fresco: Amazon Fresh) il sistema potrebbe trovare immediate sinergie con un nuovo progetto evidenziato dalle strategie del gruppo: Amazon ha infatti appena ufficializzato il proprio investimento in AmieStreet, una sorta di social network basato sulla musica. AmieStreet pondera il prezzo dei brani musicali sulla base delle scelte della community, differenziandosi così pesantemente dalla presa di principio di Apple che ha imposto alle major prezzi fissi per i brani in vendita su iTunes. Il servizio co-finanziato da Amazon dovrebbe portare nelle tasche degli autori oltre il 70% degli introiti ma, grazie ai micropagamenti necessari, per Amazon potrebbe essere trovata una fecondazione reciproca diretta tra AmieStreet ed Amazon FPS.