«Entro meno di due settimane rilasceremo un aggiornamento “over-the-air” per aggiornare il Kindle Fire»: con queste parole Amazon cerca di fermare sul nascere le critiche che stanno avversando Kindle Fire, il tablet con cui il gruppo sta cercando di entrare sul mercato passando per la via del low cost.
Amazon ha usato parole entusiastiche nei primi giorni del Fire: il tasso di prenotazioni è schizzato immediatamente alle stelle e la buona impressione suscitata nella prima ora ha fatto pensare alla nascita di un anti-iPad che avrebbe soverchiato gli equilibri attuali del mercato dei tablet. Poi però si è capito che qualcosa non stava funzionando per il verso giusto quando le prime analisi compiute sono giunte online descrivendo il Fire come un prodotto fallace, inadeguato a mantenere le promesse di cui si fa carico.
Problemi strutturali, problemi nelle performance, problemi di accessibilità, problemi di privacy ed altro ancora. Qualcosa può essere forse risolvibile, altro invece potrà essere rettificato soltanto in una nuova edizione del tablet. Il momento è delicato poiché soltanto un grande successo del Fire potrà davvero scalfire il mercato così come lo si è sperimentato fino ad oggi (con l’iPad in fase di controllo ed Android come inseguitore lontano): se la critica avesse la meglio ed il Fire si sciogliesse in una vaporware story, allora Amazon rischierebbe di essere tagliata fuori dai giochi.
La reazione immediata del gruppo di Jeff Bezos è pertanto motivata ed opportuna: Amazon promette un aggiornamento in tempi brevi, ma fino a Natale chiede all’utenza fiducia. Nessuna parola, però, circa i problemi identificati come urgenti e pertanto meritevoli di immediato intervento: arriverà un update, ma non si sa per cosa. Ed anche questo, evidentemente, fa parte del compromesso low-cost che Amazon propone al mercato.
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