In controtendenza con il resto dell’economia statunitense, che versa in uno stato di quasi recessione, Amazon dichiara introiti doppi rispetto all’anno passato per il suo secondo quarto, merito del successo delle divisioni internazionali e di una politica aggressiva sul mercato domestico. E la borsa premia immediatamente il passo conseguito: +13% fin dall’apertura, forti scambi e titolo che torna a puntare sopra quota 80 dollari.
I profitti sono aumentati del 41% nell’ultimo anno per la società di Jeff Bezos nonostante altri colossi del comparto tecnologico come Microsoft, Apple e eBay stiano registrando momenti di certo non rosei. Il commercio online dunque tiene ancora e secondo Amazon è proprio lo stagnare dell’economia a favorirli poichè online si spende meno ed in più si risparmia sul costo della benzina, parametro di spesa che ultimamente è molto cresciuto anche negli Stati Uniti.
Sono 217 i milioni di dollari in entrata registrati dal sito di cui 53 provenienti dalla vendita della divisione europea di noleggio DVD e dal calo del dollaro. Sembra infatti che i problemi della moneta statunitense avvantaggino le società che operano a livello mondiale: i 4,06 miliardi di profitto sarebbero stati 3,9 se non fosse stato per il cambio. Ora la società prevede di chiudere l’anno con 20,1 miliardi di profitto invece che i 20 miliardi preventivati in precedenza.
Ma se le vendite internazionali stanno raggiungendo ora i livelli di crescita che le vendite statunitensi sperimentavano due anni fa, il mercato domestico si tiene in piedi attaccando nuovi settori. A settembre Amazon ha cominciato a vendere file mp3 (con un negozio che è diventato il secondo più importante tra quelli online e che presto aprirà in Europa), ha implementato la vendita di film direttamente sul televisore e nel corso dell’anno ha proposto una nuova versione del Kindle per non trascurare il promettente settore degli ebooks.