Chi è capitato sul sito di Amazon lo scorso 23 ottobre si è
trovato davanti agli occhi un messaggio autografo di Jeff Bezos in persona.
L’annuncio era di quelli importanti e l’enfasi giustificata. Search Inside
the Book: ora su Amazon si possono fare ricerche anche nel testo di 120.000
volumi del catalogo. E il numero è destinato ad aumentare nei prossimi
mesi.
Ma come funziona il servizio? Amazon ha innanzitutto digitalizzato tutte le
pagine dei volumi in questione, costruendo così la base dell’intero sistema.
Facendo una ricerca tra i libri, ora, non ci vengono restituiti solo i libri
che corrispondono ai termini della ricerca per campi come autore e titolo, ma
anche quelli che contengono una determinata frase o parola nel testo. Se cerco
“Italo Calvino”, in pratica, ottengo tra i risultati i libri scritti
dall’autore di Palomar, ma anche quei volumi in cui di Calvino è
fatta menzione.
Nel risultato della ricerca troviamo l’indicazione delle pagine in cui il termine
ricorre e un breve estratto del contesto. La prima sorpresa giunge quando si
clicca sul link alla pagina stessa. Perché non il testo ci troviamo di
fronte, ma un’immagine, simile a quella che potremmo ottenere passando il libro
allo scanner. Nell’immagine, che è possibile salvare, viene evidenziata
la parola che cerchiamo. Un’ulteriore opzione è quella che consente di
visionare anche le due pagine precedenti e successive a quella originale. Ottimo
per ricostruire il contesto della citazione.
E’ evidente che un simile sistema solleva problemi di copyright. Con fatica
e certosina pazienza è possibile scaricarsi sul proprio PC la versione
digitale di un intero volume. Al riguardo Amazon ha annunciato che monitorerà
attentamente l’uso del servizio per prevenire eventuali abusi. Sì, monitorare.
Perché per vedere le pagine è necessario registrarsi ed effettuare
il login. Molto semplicemente Amazon sa quali e quante pagine vedo e cosa ci
faccio. Tra l’altro, chiarendo un punto che a molti era parso oscuro, la società
di Bezos ha esplicitamente dichiarato che i libri sono stati digitalizzati con
il consenso degli editori. Per questi ultimi, anzi, è stato stilato un
apposito programma di collaborazione per poter inserire i propri titoli tra
quelli di Search Inside the Book.
Nelle parole di Amazon, infatti, il servizio dovrebbe essere un beneficio per
tutti: lettori, autori, editori. Se grazie a SITB riesco a trovare un libro
che mi interessa e che magari non avrei mai trovato, sono stimolato all’acquisto.
Questa proposizione di intenti non sembra aver convinto i responsabili di The
Authors Gild, la più antica associazione americana di scrittori pubblicati,
con oltre 8.000 iscritti. Con una presa di posizione apparsa sul loro sito web,
i rappresentanti degli scrittori hanno chiesto chiarimenti e rassicurazioni
sui termini d’uso del servizio. Il punto che più evidenziano è
la chiara differenza tra titoli. Una cosa è un corposo saggio storico
o scientifico, altra una guida turistica o un libro di cucina. In questi casi
il limite delle 5 pagine visualizzabili non ha senso, perché una volta
trovata la ricetta del tacchino farcito e averla salvata, non ho più
interesse a comprare.
Vedremo come evolverà la questione copyright. Al momento quel che si
può affermare è che SITB è stato salutato per lo più
con toni entusiastici, richiamando alla memoria imprese culturali di valore
universale come la biblioteca di Alessandria. Per alcuni osservatori, potrebbe
però trattarsi di un altro passo nella ‘guerra della ricerca’.
Il 27 ottobre, su una newsletter di Publisher Weekly, è comparsa
una notizia dai risvolti molto interessanti. La sintesi dell’attacco è
più o meno questa: se Amazon sta diventando un po’ come Google, Google
vuole diventare come Amazon. Segue un retroscena che a Google non hanno voluto
commentare. Pare che uomini del re dei motori di ricerca stiano da mesi cercando
di convincere gli editori a rendere disponibile il contenuto dei loro libri.
Per farci ovviamente un database ricercabile da Google. Differente sarebbe la
modalità di presentazione del materiale. Non immagini, ma estratti di
testi e proposta di acquisto, con vendita magari gestita dall’editore in persona.
Se pensiamo che Amazon sta lavorando ad un servizio di ricerca per l’e-commerce
e che le due aziende si sfiorano per ambito di business con un servizio come
Foogle, c’è da pensare che la corsa alla fetta più grande della
torta chiamata ricerca sia già iniziata.