Amazon e il servizio postale statunitense hanno siglato una partnerhip che fa intravedere il futuro del commercio elettronico: d’ora in avanti, l’azienda di Jeff Bezos sarà in grado di consegnare i pacchi anche di domenica. Alla comune rete distributiva privata si aggiunge dunque quella pubblica.
Non esistono modelli simili e già molti parlano di un cambiamento potenzialmente epocale. Le pagine business del New York Times dedicano un articolo molto approfondito a questo particolare matrimonio tra il retail e il servizio postale, e il motivo è semplice: l’anno scorso l’U.S. postal service ha perso 16 miliardi di dollari nelle spedizioni e consegne di sabato. Aveva persino provato a convincere il Congresso di scontargli questo obbligo. La fetta di mercato delle spedizioni dei pacchetti sul quale può mettere mano insieme ad Amazon è di 186 miliardi. Dire che è conveniente è dire poco, soprattutto per chi sembrava destinato a soccombere alla competizione di email, instant messaging e social network.
L’intuizione sarebbe degna di imitazione anche in Europa e in Italia, se l’e-commerce si sviluppasse nel senso auspicato dai suoi operatori: le poste hanno infatti un potenziale inespresso in tutti quei servizi che gli operatori privati non fanno perché hanno poco personale oppure perché costano troppo (e in taluni casi, in Italia il settore della consegna privata è addirittura inquinato da accordi di cartello ai limiti della legalità). Il concetto è di terribile semplicità: la casa madre di Seattle organizza, i magazzini portano i pacchetti negli uffici postali di sabato, e le poste consegnano entro lunedì mattina.
L’esperimento partirà il 17 novembre da New York e Los Angeles per sfruttare il periodo natalizio e il prossimo anno sarà disponibile anche in altre città come Dallas, Houston, New Orleans e Phoenix. Nessuno dei due ha voluto precisare i termini economici dell’accordo per il quale negli Usa si potrà dire che “Amazon suona sempre due volte”, con perfetta coerenza rispetto all’investimento mostruoso per costruire una rete di magazzini di medie dimensioni vicini ai centri urbani per la consegna dei generi alimentari (anche in questo caso Los Angeles ha fatto da apripista). Però è certo che si tratta di una evoluzione che amplia di molto lo shopping online e l’integrazione con le comuni abitudini di vita quotidiana delle persone.