Non solo Starlink di SpaceX: anche Amazon è pronta a mandare in orbita una sua costellazione di satelliti per diffondere la navigazione in Rete dallo spazio. Il gigante dell’e-commerce mondiale, infatti, vuole lanciare a breve 3.500 satelliti nell’ambito del suo progetto chiamato Kuiper, al punto da aver comprato nove voli del lanciatore Atlas 5 da Cape Canaveral.
Amazon, che ha siglato un accordo con Ula (United Launch Alliance, joint venture tra Lockheed Martin e Boeing), non ha però rivelato ulteriori informazioni sul processo di distribuzione dei satelliti, se non che avverrà in 5 fasi, e sulle date di lancio, né quanti quanti satelliti verranno spediti in orbita in ogni missione con Atlas 5.
Il progetto Kuiper
Nonostante la similitudine con Starlink, Amazon ha spesso sottolineato come in realtà i due progetti abbiano sì delle similitudini, ma anche alcune differenze, soprattutto in termini di caratteristiche. Kuiper, infatti, stando a quanto rivelato dall’azienda, si pone l’obiettivo di fornire un servizio internet a banda larga su scala planetaria grazie a un’architettura di nuova concezione in grado di fornire velocità elevate di trasmissione e bassa latenza. Jeff Bezos ha sempre dichiarato che il suo è un progetto a lungo termine, ma è probabile che negli ultimi giorni abbia deciso di dare un’accelerata.
Anche perché oltre a SpaceX, la concorrenza nel settore inizia a farsi parecchia: Facebook, per esempio, starebbe lavorando al lancio di un satellite chiamato Athena assieme a PointView Tech LLC. L’azienda di Mark Zuckerberg ci aveva già provato senza successo qualche tempo fa con il progetto Aquila, poi abortito, anch’esso con l’obiettivo di portare Internet a banda larga in terreni difficili o aree con basse densità di popolazione grazie però a droni alimentati ad energia solare.
Senza dimenticare OneWeb o la rete Lightspeed di Telesat, e Google, che con Project Taara è al suo ennesimo tentativo dopo il fallimento di Progetto Loon, che prevedeva la messa in orbita a circa 20 chilometri di distanza dalla superficie terrestre di migliaia di palloni aerostatici, e di O3b Networks, basato sui satelliti e realizzato con Liberty Global, Hsbc e col gruppo franco-italiano Thales Alenia Space, finito poi nelle mani della compagnia lussemburghese SES.