Ieri vi abbiamo riportato la notizia, ripresa tra l’altro da diversi siti e quotidiani italiani, come ad esempio Repubblica, di uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori informatici delle università di Washington, della University of California e della Northeastern University, secondo la quale Amazon utilizzerebbe il contenuto delle nostre conversazioni con Alexa per spiarci e scoprire i nostri interessi. Lo scopo sarebbe quello di fidelizzarci sfruttando abitudini e gusti personali, così da proporci della pubblicità mirata. Ebbene, oggi è arrivata puntuale la risposta del colosso mondiale dell’e-commerce, che ovviamente non ci sta a certe accuse, e spiega anche perché.
Accuse ad Alexa, la replica di Amazon
In queste ore Amazon ha deciso di rispondere in maniera chiara e precisa ai “risultati” della ricerca pubblicata dalle tre università americane, per eliminare ogni dubbio relativo alla questione, e soprattutto per ribadire come il suo noto assistente vocale non spia nessuno, né ha alcuna intenzione di farlo.
“Molte delle conclusioni di questa ricerca”, ci scrive un portavoce per conto dell’azienda, “si basano su inferenze o speculazioni imprecise degli autori e non riflettono accuratamente il funzionamento di Alexa. Non ci occupiamo della vendita di dati e non condividiamo le richieste di Alexa con le reti pubblicitarie”.
E ancora: “Simile a quello che sperimenteresti se effettuassi un acquisto su Amazon.com o richiedi un brano tramite Amazon Music, se chiedi ad Alexa di ordinare salviette di carta o di riprodurre un brano su Amazon Music, il record di tale acquisto o la riproduzione del brano potrebbero informare gli annunci pertinenti mostrati su Amazon o altri siti in cui Amazon inserisce annunci”.
Non solo: il colosso mondiale dell’e-commerce specifica inoltre che i suoi clienti possono disattivare gli annunci basati sugli interessi di Amazon in qualsiasi momento sul sito Web, pertanto non esiste in alcun modo un rischio per la loro privacy o per la diffusione impropria dei loro dati personali.