Dopo una battaglia di sette anni, Amazon ha la meglio sull’Amazzonia: potrà usare il dominio “.amazon”, ma quattro presidenti sudamericani hanno già espresso il proprio parere contrario.
Di recente infatti l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l’ente che ha il compito di verificare l’assegnazione dei domini web, ha espresso il proprio parere sull’intera vicenda.
L’Icann infatti ha stabilito che il dominio .amazon è di proprietà di Jeff Bezos, CEO del gigante dell’e-commerce creato nell’ormai lontano 1994 e che oggi vanta un fatturato di 233 miliardi di dollari. Amazon è però anche il nome dell’Amazzonia, la più grande foreste pluviale di tutto il pianeta. È stata proprio questa coincidenza a dare vita a uno scontro durato ben sette anni.
Le proteste non si fermano
Non tutti però hanno accettato il verdetto dell’ICANN. Sono infatti quattro i leader dei paesi amazzonici che hanno definito tale decisione discriminatoria e che di conseguenza intendono allearsi per portare avanti una nuova battaglia contro l’azienda di Jeff Bezos. I leader in questione sono il peruviano Martin Vizcarra, il colombiano Ivan Dunque, l’ecuadoriano Lenin Moreno e il boliviano Evo Morales che fanno già parte della Comunità andina. Gli stessi leader hanno diramato un comunicato per rendere noto che la decisione dell’Icann crea “un grave precedente, dando priorità agli interessi commerciali privati contro le considerazioni sulle politiche pubbliche statali, sui diritti delle popolazioni indigene e sulla conservazione dell’Amazzonia“.
La proposta di Amazon
Dopo anni di lunga battaglia per i sudamericani non c’è stato alcun beneficio. Amazon però aveva anche avanzato una propria proposta ai paesi coinvolti. In pratica l’azienda di Jeff Bezos proponeva di tenere per sé il dominio mentre i paesi amazzonici avrebbero potuto usarlo solo se seguito dalla sigla del proprio paese. Quindi questo avrebbe visto la creazione di domini come “turismo.pe.amazon” per il Perù o “cultura.bo.amazon” per la Bolivia.
Per il momento invece Amazon si è impegnata a non usare il suo nuovo dominio con parole che possono riconducibili alla cultura e al patrimonio amazzonico. Gli stessi paesi invece potranno usufruire di nove domini da utilizzare per scopi non commerciali per promuovere la cultura e l’eredità della regione.