I dati dell’ultima trimestrale di Amazon dimostrano ancora una volta come l’azienda sia stata capace di mettere a segno degli ottimi risultati in questi mesi, nonostante i problemi che in questo periodo affliggono il mondo, dalla pandemia al rischio di una guerra sul territorio europeo. E di averli saputo ottenere in ogni singolo aspetto del suo multi variegato business.
Eppure, nonostante i successi, sono già stati annunciati aumenti negli abbonamenti di Amazon Prime, per fortuna per ora solo negli Stati Uniti. Dal 18 febbraio, infatti, per gli utenti americani entrerà in vigore un nuovo tariffario per tutti i nuovi clienti, mentre per chi è già abbonato scatterà a partire dal prossimo 25 marzo con il primo rinnovo.
Aumenti per Amazon Prime in USA
Per i clienti di Amazon Prime negli Stati Uniti una brutta notizia, dunque: ci sarà un aumento di prezzo negli abbonamenti, a distanza di qualche anno dall’ultimo ritocco che risaliva al 2018, quando passò da 99 a 119 dollari all’anno. Il costo delle quote salirà infatti dagli attuali 12,99 dollari a 14,99 dollari per coloro che effettuano il pagamento su base mensile. Per quelli che invece sono soliti pagare in un’unica soluzione con una sottoscrizione annuale, il prezzo passerà da 119 dollari a 139 dollari totali. In Italia e negli altri Paesi per ora tutto tace, e i costi degli abbonamenti rimangono invariati.
Ma perché il colosso dell’e-commerce ha aumentato i prezzi di Prime? Secondo gli analisti parte della spiegazione è da ricercare nell’incremento dei costi interni relativi ai salari e ai trasporti, che hanno influito negativamente sui margini reddituali di Amazon, ovverosia sulla differenza tra ricavi e costi, penalizzati nel quarto trimestre del 2021 da questi problemi.
Questi aspetti, quindi, hanno costretto a trasferire, almeno in parte, l’aumento di quei costi sui clienti. Altro motivo, ma stavolta la spiegazione la dà direttamente Amazon per bocca del suo CEO Andy Jassy, è che l’azienda dovrà affrontare a breve nuove sfide, e coprire i costi di produzione dei contenuti Amazon Originals pubblicati su Prime Video, come l’ambiziosa serie Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere che costerà oltre 450 milioni di dollari. Inoltre l’innalzamento di prezzo degli abbonamenti, sempre negli USA, sarebbe giustificato, a detta di Amazon, dall’ampia gamma di servizi inclusi in Prime, come quelli legati ad Amazon Pharmacy, e le offerte sempre più ampie di Amazon Music, Prime Reading e Prime Gaming.
Attualmente Amazon ha più di 200 milioni di abbonati in tutto il mondo, sparsi in ventidue Paesi tra Nord America, Europa e Asia-Pacifico. Ma la fetta più grande risiede proprio negli Stati Uniti, dove secondo gli ultimi dati sarebbero 172 milioni. L’azienda è sicura che l’incremento dei costi degli abbonamenti non influirà sul numero di abbonati, se non in maniera marginale. In tal senso a Beacon Hill sostengono che le probabilità di cancellazione dell’iscrizione è molto bassa. Se ciò dovesse verificarsi, ad avvantaggiarsene potrebbero essere proprio gli utenti italiani (e non solo loro): Amazon, infatti, non vedrebbe di buon occhio aumentare i prezzi anche al di fuori dei confini statunitensi, in quanto teme che la mossa potrebbe influire negativamente sull’espansione della società all’estero.