Amazon Video On Demand è pronto a lottare

Finita la beta il servizio di Amazon che rivaleggerà con iTunes è pronto. In più rispetto al concorrente Apple può vantare una fruizione senza tempi di attesa e una moltitudine di device da cui essere fruito, compresi i televisori Sony Bravia
Amazon Video On Demand è pronto a lottare
Finita la beta il servizio di Amazon che rivaleggerà con iTunes è pronto. In più rispetto al concorrente Apple può vantare una fruizione senza tempi di attesa e una moltitudine di device da cui essere fruito, compresi i televisori Sony Bravia

Da oggi Amazon Video On Demand esce dalla beta e si apre ad una moltitudine di device e a tutti i principali sistemi operativi smettendo di essere relegato al solo Windows. Un passaggio molto atteso e necessario che dà il via alla vera competizione.

Da oggi dunque è possibile cominciare a guardare film in noleggio o vendita senza tempi di attesa direttamente da Pc, Mac, TiVo e anche televisori Sony Bravia o web browser. Non è più necessaria l’installazione dell’applicazione Amazon Unbox. «La possiblità di vedere i contenuti subito senza attendere i tempi di download e su diverse piattaforme era una delle cose più richieste dai nostri clienti e ora è pronta» ha dichiarato Roy Price, direttore di Amazon VOD.

In tal senso il servizio di Amazon supera a destra quello (dominante) di iTunes. La preview gratuita di due minuti parte direttamente quando si accede alla pagina dei dettagli del film in questione e in qualsiasi momento si può scegliere di noleggiarlo o comprarlo. A quel punto il video in questione è aggiunto alla libreria, dalla quale può esere recuperato in ogni momento dai differenti device.

Disponibile solo per gli Stati Uniti (come tutti gli altri servizi competitor) Amazon VOD ha un catalogo di 40.000 film che si acquistano ad un prezzo tra i 10 e i 15 dollari e si noleggiano tra i 3 e i 4 dollari (gli show televisivi si possono solo comprare invece). Si tratta di 10 o 15 dollari in più rispetto ad Hulu che invece è gratuito, ma Amazon punta da par suo sull’ubiquità della fruizione e sull’assenza di pubblicità.

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