AMD potrebbe aver scelto di vendere una parte del proprio business o del portfolio brevetti in suo possesso, ponendo così rimedio a una situazione finanziaria non certo tra le più rosee. Il gruppo di Sunnyvale ha infatti visto il valore delle proprie azioni ridursi del 60% dall’inizio dell’anno, a causa della crescita esponenziale del settore mobile a discapito di quello PC, che da sempre vede Advanced Micro Devices tra i principali protagonisti.
La notizia è stata riportata sulle pagine di Reuters nella serata di ieri, con l’ipotesi di una collaborazione da parte di JPMorgan Chase per trovare potenziali acquirenti. A breve è giunta però la smentita da parte dei vertici societari, eccola riportata tradotta di seguito.
Il management e i vertici di AMD credono che la strategia attuata dal gruppo per ottenere una crescita nel lungo periodo mediante la differenziazione delle proprie tecnologie sia il giusto approccio per aumentare il capitale sul mercato azionario. AMD al momento non sta valutando l’ipotesi di vendere l’azienda o una parte significativa delle proprie attività.
Niente cessioni in vista dunque, almeno nel breve periodo. Questo non cancella comunque il periodo difficile di AMD, che di recente ha operato ingenti tagli al personale con l’obiettivo di ridurre le perdite. Sembrano ormai lontani i tempi in cui la società rappresentava il concorrente principale per Intel. Oggi il mercato è popolato da protagonisti giovani, che propongono un gran numero di chip e alternative più economiche basate soprattutto sull’architettura ARM, destinate in primis a dispositivi come smartphone o tablet.
Gli analisti di Wall Street non abbandonano comunque l’ipotesi di un’acquisizione futura da parte di gruppi come Microsoft, Google, Samsung, Intel o addirittura Facebook, che potrebbero beneficiare dell’esperienza e delle tecnologie messe a punto da AMD in decenni di attività per la realizzazione di nuove componenti o prodotti. C’è invece chi pensa a un rilancio del business per il gruppo californiano a partire dal 2014, con la realizzazione di nuovi chip e soluzioni ARM a basso voltaggio pensati specificatamente per il mercato server. Intanto le perdite non si fermano, con una liquidità scesa a 1,48 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre (-279 milioni).