Nello stesso momento in cui Intel parlava di realtà virtuale, droni e intelligenza artificiale, la sua rivale storica ha incontrato la stampa specializzata per illustrare alcuni dettagli della nuova architettura per CPU, denominata Zen. Durante il keynote è stata mostrata una slide con la scritta “We are back” che descrive chiaramente le intenzioni di AMD, ovvero tornare ai vertici del settore con i processori che arriveranno sul mercato all’inizio del 2017.
La prima novità è rappresentata dal target. Negli ultimi anni, il chipmaker di Sunnyvale ha offerto CPU con un buon rapporto prezzo/prestazioni, abbandonando di fatto la fascia alta del mercato. Zen invece è stato progettato da zero per raggiungere tre obiettivi: performance, throughput ed efficienza. I nuovi processori sono realizzati con tecnologia FinFET a 14 nanometri e i numerosi cambiamenti hanno consentito di incrementare il valore IPC (istruzioni per ciclo di clock) fino al 40% rispetto alla precedente architettura Excavator.
AMD ha inoltre abbandonato il Clustered Multithreading (CMT) per fare posto al Simultaneous Multithreading (SMT), che permette ai core Zen di eseguire thread multipli allo stesso tempo, in modo simile all’HyperThreading di Intel. È stata anche modificata la gerarchia della cache con l’aggiunta di una cache L3 da 8 MB per dati e istruzioni, condivisa tra i core. Ogni core possiede inoltre una cache L2 da 512 KB (dati+istruzioni), una cache L1 da 64 KB per le istruzioni e una cache L1 da 32 KB per i dati.
AMD non ha svelato le frequenze di clock, ma i miglioramenti introdotti dovrebbero consentire ai processori Zen di competere ad armi pari contro i Core i7 di Intel. Il nome in codice della prima CPU è Summit Ridge, che avrà 8 core, socket AM4, controller DDR4, PCIe 3.0, NVMe, SATA Express e USB 3.1. A parità di frequenza (3 GHz), il computer con questo processore ha completato il benchmark Blender prima del sistema equipaggiato con il Core i7-6900K, una CPU che costa oltre 1.000 euro.