In Italia per banda larga si intende una linea internet con velocità pari ad almeno 2 Mbps. In un’epoca in cui si parla di fibra ottica e di connettività a svariati Gbps, appare surreale che in Italia si definisca banda larga qualcosa che per altri Paesi è in realtà “banda stretta”, anzi “strettissima”. Un paragone che assume contorni ancora più imbarazzanti soprattutto alla luce della decisione della Federal Communications Commission americana che ha deliberato di modificare la definizione di banda larga alzando la banda minima necessaria in download da 4 a 25 Mbps e la banda in upload da 1 a 3 Mbps.
Sebbene la decisione abbia portato non poche critiche visto che di fatto la nuova definizione di banda larga in America escluda in toto la connettività xDSL, la scelta è anche vista come una mossa per sollecitare i provider locali ad accelerare gli investimenti per implementare le loro nuove infrastrutture in fibra ottica per portare la “nuova” banda larga al numero più alto di famiglie possibile. E per il futuro la Federal Communications Commission punta ancora più in alto con l’intenzione di portare la soglia minima per la banda larga a 100 Mbps. In Italia invece bastano solo 2 Mbps per definire una linea internet “a banda larga”: sebbene non esista una definizione ufficiale, l’intera area europea usa i 2Mbps come standard di base, ma il tutto sembra basato più su una coincidenza temporale tra l’aumentata attenzione al problema e lo stato della tecnologia all’atto in cui la definizione ha preso piede. Oggi 2mbps non possono più essere espressione di una “banda larga”, ma il benchmark rimane fissato in rapporti e piani di investimento che diventano vetusti a mano a mano che i giorni passano.
Tra USA ed Europa, insomma, viene a crearsi un confronto davvero impari non solo sulla carta ma anche nei fatti, visto che più volte è stato verificato dalle ricorrenti analisi un perenne forte ritardo digitale (soprattutto nel sud Europa e nel nostro paese).
La speranza è che nel 2015, grazie ai nuovi investimenti delle telco, come Telecom Italia e Vodafone, l’arrivo delle nuove soluzioni di connettività basate anche sulla fibra ottica possano permettere di incominciare a colmare davvero il gap digitale del Paese.