Cosa succede se si affida la gestione delle ferie di una grossa compagnia ad un semplice algoritmo? Succede che in generale il sistema migliora in modo consistente la gestione delle risorse, ma in certi casi i guai sono dietro l’angolo. E così è successo infatti alla American Airlines, che si trova ora a dover gestire un gravoso problema proprio in uno dei momenti più delicati di tutto l’anno: le vacanze natalizie.
La scoperta del problema è di poche ore fa: un sistema informatico avrebbe dovuto comunemente gestire le richieste inoltrate dai piloti e spalmare i giorni di ferie affinché i servizi di volo potessero essere comunque garantiti. Nessun sistema è migliore di un algoritmo nel gestire certe cose, purché l’algoritmo stesso sia ben pensato, ben sviluppato e ben utilizzato. Qualcosa è invece sfuggito in qualcuno di questi passaggi e la risultanza è che la compagnia aerea si è accorta del problema quando ormai la frittata era fatta: ad oggi non risultano esserci piloti a sufficienza, il che costringerebbe gli aerei a terra ed i passeggeri a rinunciare al proprio pranzo natalizio con amici e parenti.
La diplomazia e la buona volontà potrebbero risolvere il problema, ma la realtà è che il guaio è a questo punto troppo ampio per poter colmare la lacuna: le prime stime ipotizzano almeno 15 mila voli privi di pilota, spalmati su più aeroporti degli Stati Uniti. La Allied Pilots Association ha spiegato che il problema è stato originato tutto dal sistema di attribuzione delle ferie, un processo automatico che per via informatica ha il potere di concedere o meno le vacanze una volta inoltrata la richiesta da parte dei piloti. L’algoritmo ha generosamente concesso le vacanze a tutti ed ora la compagnia aerea è costretta a scegliere se lasciare a terra i piloti o i passeggeri (ed entrambi hanno leciti diritti da rivendicare).
La soluzione al bug informatico dell’American Airlines potrebbe arrivare da una maggiorazione ai pagamenti per i piloti che decideranno di prendere il volo durante le date più calde delle prossime vacanze estive: così facendo la compagnia potrebbe salvare almeno parzialmente la situazione, ripristinando un corretto piano di voli pur se al costo di una maggiorazione degli stipendi dovuti. Serve insomma un cospicuo bonus (+50%) per risolvere quello che di fatto è un semplice bug nel sistema progettato per l’attribuzione delle vacanze. Perché gli algoritmi possono fare molto, ma dietro ognuno di essi c’è un progetto umano, una realizzazione umana e tutta la fallacia che l’uomo cerca di risolvere proprio affidandosi agli algoritmi. Ma non sempre ci riesce.