L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente passa ufficialmente nelle mani del Team per la Trasformazione Digitale di Diego Piacentini. Il passo consta in una firma che sancisce l’accordo tra il Ministero dell’Interno e Sogei, affidando così al team il ruolo di “Program Office”. Quello che per certi versi è un mero passaggio formale, si tratta in realtà di un tassello fondamentale per la costruzione di quel “sistema operativo del paese” verso il quale l’intero processo tende.
La firma è infatti una sorta di rito di iniziazione: con questo passaggio viene avviato il tentativo più serio e radicale mai avvenuto fino ad oggi per dare vita ad un’Anagrafe unica nazionale, che sappia andare oltre l’attuale frammentazione con cui sono gestiti gli oltre 8000 comuni di tutto il paese. Il lavoro perdura ormai da mesi e si è avvalso di nuove modalità collaborative di lavoro che hanno permesso di analizzare la situazione pregressa per affinare i protocolli con cui arrivare alla situazione obiettivo. Un issue tracking system pubblico su GitHub e la collaborazione delle persone interessate hanno consentito di velocizzare i tempi e raggiungere il primo traguardo volante:
Un progetto di tale complessità – che coinvolge 8.000 comuni, numerosi enti centrali, oltre 40 fornitori di servizi tecnologici e migliaia di persone – non può procedere senza un processo informativo chiaro e trasparente. Per questo, come primo passo, abbiamo cercato di facilitare la comunicazione coinvolgendo gli stakeholder chiave che hanno mostrato una genuina passione per il successo di ANPR.
Errori e anomalie vengono affrontati nella fase di pre-subentro, analizzate a livello sistematico grazie al modello aperto instaurato. Il modello, reso in tal modo scalabile, costruisce sul dialogo l’intero meccanismo ponendo le basi ad un sostanziale cambio di marcia successivo.
Il risultato ottenuto è infatti un processo che ora consentirà ai comuni di abbracciare l’ANPR con maggior velocità e con minori ostacoli. Il cammino, iniziato nel mese di marzo, ha portato su ANPR 10 comuni, 720 sarebbero in fase di pre-subentro, circa 2000 hanno iniziato a fare test di correttezza ed i 40 fornitori di servizi tecnologici e anagrafici starebbero conducendo test di integrazione per facilitare l’operazione ai comuni residui. «La sfida», spiega Mirko Calvaresi del Team Digitale, «è quella di creare un effetto valanga: passare da pochi comuni che periodicamente migrano ad ANPR, a un processo industriale che ci consenta di migrare decine di comuni a settimana».
#ANPR: l’anagrafe nazionale unica è il primo passo per la semplificazione dei processi nella PA. Il post di @mccalvhttps://t.co/tFkPjkEIjG pic.twitter.com/Nx6D2mNz7Q
— Team per la Trasformazione Digitale (@teamdigitaleIT) July 31, 2017
La conseguenza immediata di questo lavoro esprime chiaramente l’importanza di un passaggio similare: una sola anagrafe nazionale consente virtualmente di gestire i propri dati su più servizi, con un unico accesso e congruità di dialogo tra le varie entità. Un minor numero di errori, una maggior efficienza, una maggior capacità di accesso ai dati evitando che l’utente debba fornirli ogni volta, in modo ripetitivo e con enormi sprechi di tempi. Ciò non sarà chiaramente sufficiente a cambiare le cose, ma si sarà costruito quel punto di partenza fin qui mai reso disponibile. Una volta generata e nutrita una sola, unica ed accessibile Anagrafe nazionale, infatti, sarà possibile integrarvi tutti i servizi possibili basandosi sulla certezza dei dati e sull’ampia disponibilità degli stessi. L’Anagrafe diventerà dunque il collante dell’intero apparato nel rapporto con il cittadino, obiettivo che andava superato consentendo a 8000 comuni di parlare la stessa lingua. Un passaggio, insomma, in grado di abilitare un enorme potenziale che rischia però di rimanere sterile se non diventerà patrimonio culturale adeguatamente metabolizzato dalla macchina della Pubblica Amministrazione:
Servirà molto impegno, molta determinazione ma, soprattutto, la crescita di una comunità di persone che accetti il cambiamento culturale che una nuova visione di progetto aperto comporta. Insomma, abbiamo davanti un enorme puzzle ancora da completare. […] E non possiamo farlo se non stabiliamo processi e principi di collaborazione.