Bologna è soltanto l’ultima città in ordine cronologico ad essere abbracciata dalla banda larga di nuova generazione voluta da Telecom Italia. Il gruppo guidato da Marco Patuano ha infatti annunciato di voler coinvolgere anche “la dotta” nel novero delle 100 città che il gruppo ha l’ambizione di coprire il prima possibile con la propria nuova rete in fibra.
L’annuncio giunge a pochi giorni di distanza da simili comunicati dedicati alle città di Vicenza, Palermo e Forlì, il tutto facendo seguito alle ambizioni già ampiamente delineate per Roma, Napoli e Torino.
«L’iniziativa», spiega la comunicazione Telecom Italia, «si inserisce nel piano di sviluppo nazionale di Telecom Italia per la realizzazione della rete NGAN con architettura FTTcab (Fiber to the cabinet), che prevede di raggiungere 100 città entro il 2014, con una copertura di circa 6 milioni di unità immobiliari, corrispondenti al 25% della popolazione». E ancora: «I lavori sono già iniziati in diverse zone della città. A partire dal prossimo anno i cittadini di Bologna potranno cominciare a usufruire di connessioni ultrabroadband con velocità a partire da un minimo di 30 fino ad un massimo di 80 Megabit al secondo. Queste rendono molto più performanti gli attuali servizi e abilitano nuove generazioni di applicazioni come ad esempio la TV ad alta definizione, la telepresenza, i servizi di cloud computing per le imprese e servizi per la realizzazione del modello di città intelligente per le amministrazioni locali come la sicurezza e il monitoraggio del territorio, l’infomobilità e le reti sensoriali per il telerilevamento ambientale».
Telecom Italia descrive altresì il progetto ricordando come sia possibile portarlo avanti a costi minori e con minor impatto sull’ambiente circostante grazie alle cosiddette “minitrincee“, scavi ad hoc che limitano i disagi e soprattutto abbattono i costi necessari per la posa in opera dei cavi.
Per la posa dei cavi a fibra ottica verranno sfruttate le infrastrutture esistenti e, dove necessario fare scavi, verranno utilizzate tecniche e strumentazioni innovative a basso impatto ambientale, che minimizzano i tempi di intervento, l’area occupata dal cantiere, l’effrazione del suolo, il materiale asportato, il deterioramento della pavimentazione e, conseguentemente, i ripristini stradali. In particolare, per garantire la sicurezza di tutti gli interventi infrastrutturali che verranno effettuati, saranno utilizzate le cosiddette “minitrincee”, innovative tecniche di scavo e ripristino del suolo che consentono, grazie a scavi di pochi centimetri di larghezza e di soli 30 centimetri di profondità, di ridurre fino all’80% i disagi per i cittadini e per le amministrazioni, del 67% gli incidenti sul lavoro e dell’80% i tempi necessari per la realizzazione di infrastrutture di TLC.