«Pensate che sia giusto che un Cd sia riprodotto in tutti i lettori Cd mentre un brano di iTunes possa essere sentito solo su un iPod? Io no. Qualcosa deve cambiare»: a lanciarsi nell’accusa contro Apple è Meglena Kuneva, commissario europeo per la protezione dei consumatori. L’opinione, a quanto pare, non ha però riscontri ufficiali presso la commissione ove il tutto è stato etichettato come semplice parere personale lontano da un qualsiasi dibattito interno alla commissione stessa.
La pietra lanciata da Meglena Kuneva, però, cade in uno stagno dalle acque già agitate di per sè: da più parti si sono sollevate opinioni contrarie all’istituto del DRM adottato da iTunes e pertanto un eventuale attacco della commissione potrebbe scatenare reazioni a catena di sicura incidenza.
Lo stesso Steve Jobs nel recente passato ha indicato nel Digital Right Management un problema per la musica digitale, ma al tempo stesso le risposte alla sua lettera aperta hanno operato tutta una serie di distinguo che ha portato il dibattito ad arenarsi temporaneamente in attesa della prossima indicazione proveniente dalle aziende e dalle major interessate. Nel contempo una iniziativa è stata inaugurata online per chiedere a Jobs un intervento diretto ed un primo passo simbolico verso la cancellazione dell’orpello DRM: oltre 3000 firme sono già state raccolte per invitare il numero uno di Apple a dimenticare FairPlay ed a mobilitarsi almeno per:
- togliere il DRM dai brani degli artisti indipendenti
- togliere il DRM dai film Disney, di cui Jobs è importante azionista
- agire in favore dell’abrogazione del Digital Millenium Copyright Act’s (DMCA)