Facebook ha avviato un nuovo servizio di certificazione delle pagine, un argine costruito al fine di dividere la parte “ufficiale” del social network da quella spuria delle fans page non ricollegabili in linea diretta all’oggetto della pagina. L’idea dei “verified account” è nota, ma accreditata a Twitter. Ora Facebook potrebbe ricalcare sommariamente le stesse orme e ripercorrere medesimo cammino. L’obiettivo, peraltro, è simile: tutelare le pagine ufficiali (ed il mercato che potrebbe derivarne) e rendere meno semplice la vita alle pagine non ufficiali che si possano eventualmente macchiare di calunnia nei confronti delle entità in oggetto.
«Sono l’autentico Rappresentante dell’Entità descritta dalla mia Pagina»: è questa la certificazione che Facebook chiede di fornire. «Facebook doterà di diritti di pubblicazione la Pagina il cui amministratore è un autentico rappresentante del Sito»: per l’utente il passaggio va affrontato fornendo i dati utili a Facebook per effettuare i controlli incrociati che possano autenticare la bontà dell’autocertificazione. Nel caso di certificazioni per fans page dedicate ai siti, ad esempio, la richiesta è quella di indirizzi email comprovanti il legame, l’aggiunta di amministratori certificabili oppure l’aggiunta di un box di Facebook sulla pagina del sito medesimo.
Modulo di certificazione su Facebook
Chi ricorda il caso di Bruno Vespa, spaventato per aver incontrato un falso “Bruno Vespa” su Facebook, capisce ove le pagine certificate vogliono andare a parare. Trattasi di un sistema particolarmente utile nel mondo del business, poiché crea una via preferenziale con cui il social network può trattare a dovere le pagine ufficiali differenziandole nelle preferenze e nei risultati a quelle prive di certificazioni. Per aziende e personaggi il sistema è inoltre fondamentale al fine di distinguere l’ufficialità delle comunicazioni rispetto a quelle posticce provenienti da eventuali emuli.
Per Facebook il processo di certificazione, oltre a fornire una base di lavoro importante per evitare problemi legali, potrebbe diventare anche un boomerang positivo per la comunicazione del brand. La compilazione del certificato, infatti, potrebbe legare parte dello star system al social network accreditando a Facebook quel che è stato storicamente il pane quotidiano di MySpace, ove molti gruppi hanno iniziato a comunicare con i propri utenti tramite la creazione di spazi personali di promozione. Prendendo spunto un po’ da MySpace e un po’ da Twitter, dopo aver già fagocitato FriendFeed, Facebook si proietta ad occupare una posizione di totale egemonia nel settore. Egemonia che, numeri alla mano, sembra ad oggi già conclamata.