Nelle stesse ore in cui il Wall Street Journal annunciava che presto o tardi Facebook si munirà di hashtag per l’organizzazione dei propri flussi di contenuto, i tecnici di Flickr stavano per caricare sull’App Store la nuova applicazione del gruppo. L’elemento in comune tra i due avvenimenti è un cancelletto: il simbolo “#” sta per sbarcare infatti tanto su Facebook quanto su Flickr, ed in quest’ultimo caso la mossa è immediata.
L’app di Flickr è disponibile sul marketplace Apple a titolo gratuito ed in versione 2.11.820. La nuova versione, oltre a correggere alcuni bug dell’app precedente, introduce una sola grande novità: gli hashtag. D’ora innanzi, insomma, caricare una immagine su Flickr tramite l’applicazione significa poter aggiungere a titolo o descrizione un “#qualunquecosa” che consenta di trovare l’immagine in caso di ricerca, inserendola in un flusso organizzato user generated.
L’hashtag non porta su Flickr soltanto un simpatico orpello, ma apre ad una dimensione completamente nuova: quella del dialogo sociale, nella quale le immagini vengono riversate come unità di scambio comunicativo. Come parole in un dialogo, come oggetti del discorso collettivo, come tasselli di una costruzione comune auto-organizzata. La disponibilità degli hashtag regala alle immagini una dimensione nuova, esprimendo il lato sociale dello strumento fotografico.
La mossa di Facebook e la mossa di Flickr hanno molto in comune: rinunciando alla sola dimensione privata della fotografia, infatti, incoraggiano entrambi alla condivisione collettiva. Gli hashtag, insomma, aprono i confini antecedenti spostando il baricentro del social network da un approccio intimistico ad uno più simil-Twitter. La riorganizzazione dei contenuti cambia il codice del linguaggio sociale fin qui parlato su Flickr, deviandolo da mera repository a luogo di scambio e condivisione.
I trend sono del resto ormai chiari: l’avvento della fotografia tramite smartphone e la nascita di un modo nuovo di interpretare gli scatti fotografici impongono una riconsiderazione delle dinamiche di fruizione dei contenuti. Se un tempo la fotografia era un modo per incorniciare un momento rendendolo eterno, oggi tutto ciò avviene soltanto nel momento in cui, una volta scattata la foto, si è in grado di reimmetterla in un ciclo vitale tramite dinamiche sociali. Le foto non “muoiono” più in un hard disk, ma cercano la luce del sole mettendosi in gioco al di là di un cancelletto.
Flickr, per adeguarsi alle nuove dinamiche, mette gli scatti nelle mani dei loro autori: un hashtag è vita, ed è quel che utenti e fotografie vanno cercando.