Il binomio “Web 2.0” e “Bolla 2.0” ha più volte caratterizzato le analisi degli ultimi tempi. Ora i timori della bolla vanno oltre il semplice bisbiglìo in quanto nascono da veri e propri analisti i quali, dati alla mano, iniziano a temere che il fermento creatosi attorno ai nuovi strumenti del web necessitino di un nuovo riassesto dopo quello clamoroso delle dotcom.
«L’eccitazione provocata da una nuova classe di programmi che aiutano i consumatori a personalizzare il loro modo di usare il web alimenta i timori che l’industria di Internet possa incappare in una seconda “bolla”», così Reuters sull’argomento, che continua: «l’ammontare attuale degli investimenti su Internet è in calo, malgrado l’ondata di interesse in quel che gli addetti del settore definiscono “Web 2.0″». I dati proverrebbero da una ricerca Thomson Venture Economics.
Il primo sintomo significativo è il forte calo dei finanziamenti destinati ad aziende operanti esclusivamente sul web: 596,3 milioni l’ammontare del terzo trimestre 2005, ovvero 50 in meno rispetto ad un anno prima e circa 250 in meno rispetto al trimestre precedente. A parte questo termometro degli investimenti la “bolla 2.0” sarebbe più frutto di una sensazione che non di una vera e propria dimostrazione macroeconomica. Maggiore ottimismo proviene da Michael Grady, responsabile Idg Ventures: «come venture investor, la sensazione ora è che finalmente possiamo iniziare di nuovo a far soldi».