La Macmillan non è più sola: anche il gruppo Hachette si è unito nel weekend al primo nome ribelle del book store Amazon. I candidati alla fuga erano cinque e su questi già in due hanno confermato la propria contrarietà al regime di prezzi che Amazon avrebbe voluto imporre al mercato degli ebook.
L’adesione di Hachette alla filosofia Macmillan era del tutto attesa fin da quando, poche ore prima della comunicazione ufficiale, la proprietà aveva già dato indicazioni chiare e pubbliche di quel che sarebbe successo di lì a breve. E la proprietà fa capo ad un nome del tutto altisonante: Rupert Murdoch. Il magnate aveva parlato chiaro a proposito dei rapporti con Amazon: «Non ci piace il modello di vendita Amazon con tutto a 9.99 dollari. Non ci pagheranno così. Ci pagheranno il prezzo pieno di 14 dollari o qualunque cosa chiederemo… vogliamo qualche spazio di manovra. […] Apple sarà anche a buon mercato, ma non sono dei maiali come Amazon».
Così è stato. La Hachette Book Group ha comunicato la volontà di rivoltarsi ai 9.99 dollari fissi chiesti da Amazon come prezzo fisso per i singoli ebook, puntando invece ad un prezzo variabile che permetta di portare alcuni titoli verso i 15 dollari. Hachette ha spiegato che è questa una decisione intrapresa per difendere il mercato dei libri nel lungo periodo: sembra trattarsi dunque di una azione preventiva, un modo per indirizzare i binari nella giusta direzione nella consapevolezza del fatto che verrà un giorno in cui la carta sarà superata ed il controllo dei device e dei formati digitali stabilirà gli equilibri di mercato in divenire.
Apple è riuscita nel proprio intento: Amazon non ha saputo dettar legge ed a questo punto il dominio Kindle è del tutto attaccabile. Amazon da parte sua ha dovuto cedere: dopo una prima forte presa di posizione, ha in seguito acconsentito a lasciar corda ai ribelli e da qualche ora anche i volumi Macmillan sono tornati nello store del gruppo. Con la decisione di Hachette un nuovo tassello è andato al suo posto ed ora ci si aspetta una presa di posizione solerte anche da altri tre nomi fin da subito saliti sul carro dell’iPad: Penguin, HarperCollins e Simon & Schuster.