Il Belgio è solo l’ultimo di una lunga lista di paesi che dichiarano di avere subito attacchi informatici provenienti da altri governi. Si tratta di una nuova forma di minaccia informatica solitamente molto blanda perchè usata più che altro come avvertimento. I più additati sono comunque i cinesi.
Già in settembre il governo britannico era stato tra gli ultimi, dopo quello statunitense, a fare outing e dichiarare che alcuni dei problemi di sicurezza che avevano avuto erano dovute ad attacchi provenienti da hacker cinesi probabilmente finanziati dal governo. Affermazioni difficilmente fraintendibili alle quali hanno fatto eco quelle del governo cinese stesso che ha dichiarato di essere stato anch’esso vittima di attacchi informatici.
Adesso però è la volta del ministro della giustizia belga, Jo Vandeurzen, a puntare il dito contro la Cina e più precisamente contro il governo di Pechino, mentre gli fa eco anche il ministro degli affari esteri che già aveva dichiarato di essere vittima di spionaggio sempre proveniente dalla Cina.
Lo spionaggio tra nazioni è normale, suggeriscono gli esperti di sicurezza, tuttavia non lo è il fatto che poi le nazioni in questione si accusino vicendevolmente in pubblico. Gli attacchi che si stanno scambiando sono di poco conto, mirati non a fare danni ma a dimostrare di possedere le conoscenze, i mezzi e le potenzialità per fare dei danni. È la creazione di una nuova tipologia di deterrente in virtù di un nuovo tipo d’arma.