Per chi volesse sentire i cinguettii del Governo, da qualche ora è attivo l’apposito account su Twitter che aggiorna sulle novità dalla sala dei bottoni. Alcuni esempi direttamente dagli ultimi “twit”:
- Evasione fiscale: un nemico da sconfiggere;
- Fisco. Il governo convince i contribuenti;
- Assenteismo dipendenti pubblici: – 40 per cento!
L’account risulta per la verità essere attivo da tempo (in parallelo ad una omologa presenza su Facebook), anche se solo nelle ultime ore la cosa sembra aver raccolto un certo passaparola che ora sta portando anche su questo blog la segnalazione.
La domanda da porre, però, è: a cosa serve un canale di Twitter per informare delle attività del Governo? I mezzi possibili sono variegati e molteplici, tutti più rapidi e completi. Di per sé una informazione rapida ed incompleta sulle attività del Governo riduce a slogan qualcosa di ben più serio e composito.
L’iniziativa, insomma, lascia il tempo che trova. Come per il resto una moltitudine di improvvisati account su Facebook, o tutta una serie di blog lasciati in malora dopo pochi post promozionali. Ed è questa (è evidente) la cosa più bipartizan che può vantare la politica italiana: il disordinato approccio al Web.
Vivere la rete non significa solo esserci. Come abitare in un paese non significa solo averci la residenza.