LG avrà presto un proprio App Store. La sfida ad Apple sarà lanciata nelle prossime ore, quando il primo store verrà inaugurato in area asiatica per portare le applicazioni nelle mani degli utenti di Singapore, Malesia, Australia e dell’intera zona asiatica sul pacifico. L’App Store verrà soltanto in seguito aperto ad altri paesi: l’Europa sarà raggiunta entro la fine dell’anno mentre gli Stati Uniti verranno lasciati al momento all’indiscutibile dominio Apple.
«Lg, terzo dopo Nokia e Samsung Electronics nel mercato dei cellulari, ha dichiarato oggi in una nota che l'”Lg Application Store” offrirà 1.400 applicazioni – tra cui 100 programmi gratis – disponibili in 15 lingue»: la nota Reuters è la conferma ufficiale alla nuova idea LG, da cui dovrà scaturire il software in grado di generare valore aggiunto per l’utenza utilizzante i dispositivi del gruppo. Trattasi peraltro di un progetto particolare rispetto agli omologhi App Store rivali: LG non ha al momento una piattaforma propria quale Android o Windows Mobile, dunque si limiterà a frammentare il mercato mettendo a disposizione una collezione di applicazioni pensate per la propria utenza ma non basate su specifica architettura software.
La prima conseguenza ovvia è la dispersione delle energie: Windows Mobile sta per aprire il proprio marketplace dedicato a tutti gli utenti utilizzanti il sistema operativo Microsoft per il mobile. Il fatto che un produttore hardware mobiliti le proprie risorse per un App Store proprietario non fa che disperdere le applicazioni tentando di far propria almeno parte della torta. Difficilmente, però, l’esperimento potrà essere premiato: perchè troppo limitato, perché scarno di offerte gratuite, perché incentrato su di un marchio invece che su di una piattaforma.
La casa coreana avvierà i motori del marketplace nelle prossime ore così come Samsung ha già fatto nei mesi scorsi. Le attenzioni degli utenti sembrano però altrove: Windows Mobile, Symbian, RIM, Google ed ovviamente Apple sono ad oggi i nomi destinati a contendersi la fetta più grossa di un mercato ad oggi ancora in fase larvale.