Se è per molti versi logico ed attendibile il fatto che Wikipedia, EFF o Creative Commons si siano schierate contro la SOPA, meno evidente poteva essere il fatto che anche un gruppo come Microsoft potesse pubblicamente schierarsi contro la discussa proposta dell’on. Lamar Smith. Ma così è stato, e Microsoft può essere affiancato a Google, WordPress, Greenpeace e tutti gli altri grandi nomi oggi pronti a manifestare contro una normativa vista come illiberale, pericolosa ed in proiezione negativa per le sorti del Web.
Microsoft non sembra però voler partecipare alla pubblica manifestazione contro la SOPA: semplicemente, ma in modo sufficientemente chiaro, il gruppo ha fatto sapere di non appoggiare la SOPA «così come è stata proposta». Non una opposizione frontale, dunque, ma un atteggiamento possibilista e costruttivo, una disponibilità al dialogo per fare in modo che la SOPA possa andare avanti pur rivedendo le parti che meno colimano con gli interessi della Rete e della libertà degli utenti.
La posizione della Microsoft è dichiaratamente quella della Casa Bianca: il gruppo di Redmond spiega nella propria nota di appoggiare esplicitamente la richiesta del team di Barack Obama, secondo il quale soltanto con un atteggiamento costruttivo sarà possibile giungere ad una soluzione in grado di mettere tutti d’accordo. Microsoft mette dunque da parte la protesta e va un passo oltre, cercando di aderire alle prospettive indicate dal Governo. La SOPA, infatti, ha diviso una volta di più chi intende limitare la Rete in nome della propria tutela e chi invece intende tutelare la Rete da qualsiasi pressione esterna. Un punto di incontro può e deve essere trovato: nel giorno della protesta Microsoft si schiera contro questa SOPA, ma è disposta a sedersi attorno ad un tavolo per una concertazione costruttiva. Un’altra SOPA è possibile.
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