Ce lo sta insegnando il paradigma 2.0: l’informazione viene dal basso, l’informazione viene condivisa, genera legami che rafforzano le community e ne arricchiscono i partecipanti, creando un circolo virtuoso dal quale anche le aziende possono trarre profitto, offrendo prodotti che alimentano questo circolo e ne beneficiano al tempo stesso.
Dash sembra averlo capito molto bene, creando Dash Express, il primo dispositivo di navigazione al mondo dotato di connettività GPRS e WiFi.
Oltre alle caratteristiche di tutto rispetto del device, la vera innovazione, secondo me, risiede nel modo in cui la possibilità di connettersi alla Rete viene sfruttata, in particolare da due programmi: MyDash e TruTraffic.
Il primo permette di impostare sul PC un percorso, un punto di interesse o altra informazione geografica e inviarla al proprio dispositivo, che la potrà utilizzare come destinazione. Mettiamo il caso che scelga un ristorante, magari tra quelli consigliati su 2Spaghi per una cena domani sera. Ricavo la via dove si trova, spedisco tutto al mio Dash Express e domani sera, salendo in macchina e accendendo il dispositivo, verrò avvertito che è arrivato un nuovo indirizzo, lo aprirò e sarò guidato direttamente al ristorante.
Estendendo la situazione, pensiamo a un’azienda che deve organizzare una serie di spedizioni nel territorio o guidare i proprio tecnici dai clienti. Tutto ciò può essere fatto dalla sede, in modo automatico e centralizzato, mandando poi ai guidatori le info necessarie, con grande risparmio di tempo e maggior efficienza nella pianificazione.
Sono inoltre disponibili le DashApp, per prelevare le informazioni di navigazione da diversi social network o servizi, come Trapster, Funambol e molti altri, con la possibilità di crearne di nuovi grazie alle API messe a disposizione da Dash.
Il secondo servizio, TruTraffic, integra le statistiche sul traffico offerte da ben noti servizi, con dati raccolti dagli utilizzatori di Dash Express durante la navigazione. In pratica ogni device può collezionare in maniera anonima statistiche sul percorso fatto e velocità media di percorrenza. Queste informazioni vengono inviate ai server Dash che le interpolano per capire se è il conducente che va piano oppure effettivamente è costretto da un ingorgo. In questo modo i membri della Dash Driver Network sono sempre aggiornati in tempo reale sullo stato della viabilità.
Unico limite del sistema, riguarda la necessità di avere un buon numero di Dash Express in giro a raccogliere informazioni. Il solito problema della massa critica insomma.
In definitiva, credo che quanto proposta da Dash sia un interessante innovazione nell’ambito della navigazione satellitare, settore che negli ultimi anni si è focalizzato molto sul miglioramento della cartografia e delle interfacce per usarla, tralasciando forse un po’ troppo il resto. Voi cosa ne dite?