Botta e risposta, nella Silicon Valley, per quanto riguarda i progetti che mirano a sfruttare la verticalità dell’ambito urbano in modo da risolvere il problema del traffico. Al Kitty Hawk Flyer finanziato da Larry Page risponde Uber, in occasione dell’Elevate Summit andato in scena nella città di Dallas, dove sono state svelate novità legate al progetto annunciato nell’ottobre scorso e che mira alla realizzazione di un velivolo VTOL (Vertical Take-Off and Landing) ovvero a decollo verticale.
Il colosso del ride sharing ha dichiarato di voler rendere operativa la propria flotta in tempi relativamente brevi, già entro il 2020. Di fatto, ad oggi non è stato mostrato alcun prototipo funzionante. L’azienda mira però ad accelerare il processo di sviluppo e collaudo attraverso una serie di partnership siglate con realtà governative e amministrazioni, come quelle con Dallas e Dubai. Sarà un’iniziativa indirizzata in particolare ai pendolari che ogni giorno si trovano a dover fare i conti con code e ingorghi. Questo lo scenario prospettato da Jeff Holden, Chief Product Officer di Uber.
Immaginate di potervi alzare al mattino e raggiungere il posto di lavoro con un volo di sei minuti anziché sprecando un’ora in auto.
Uber sembra avere intenzioni piuttosto serie in merito, tanto che nel mese di febbraio ha annunciato l’assunzione di Mark Moore, ex ingegnere del Langley Research Center della NASA, ora Director of Engineering del progetto Elevate. In occasione dell’evento andato in scena in Texas, il gruppo ha annunciato partnership con realtà come Bell Helicopter, Embraer, Aurora, Pipistrel e Mooney che già si occupano di velivoli. Il taxi volante sarà mosso da motori 100% elettrici, così da risultare del tutto eco-friendly, potrà percorrere fino a 160 Km con una sola ricarica delle batterie equipaggiate e raggiungere una velocità massima pari a 240 Km/h.