Dopo il post di Fradefra sul web marketing mi sono venute alcune riflessioni in mente che volevo condividere con voi.
Per alcuni fare web marketing è appunto occuparsi di campagne marketing online sui motori di ricerca. E forse per un certo periodo è stato così: da una parte si faceva un lavoro SEO di ottimizzazione (testi, title, description, ecc..) per assicurarsi risultati nel posizionamento “organico” dall’altra si puntava su campagne di pay per click. Poi magari per fare un po’ di branding si acquistava un po’ di pubblicità tramite banner e simili.
Ma oggi questo tipo di attività non basta più.
E il problema è che non esiste un pacchetto di soluzioni standard da poter applicare ed essere sicuri al 100% dei risultati.
Oggi fare web marketing vuol dire mettersi in testa di studiare, analizzare, confrontare, testare, monitorare tutta una serie di attività che possono variare molto da sito a sito e da settore a settore.
Quindi se è vero che una buona partenza è data da un sito ben fatto, ricco di contenuti scritti bene e con una logica search engine friendly, il secondo passo è creargli la giusta visibilità tramite link intelligenti e il terzo passo è far parlare di sé, dei propri prodotti, o dei propri valori (sempre più per vendere si deve comunicare emozioni e valori).
Come? Si può spaziare dal viral marketing (ultimamente si parla veramente tanto dei video), alle newsletter, allo sfruttamento dei rss, alla creazione o partecipazione a blog, forum, community, alla scrittura di comunicati stampa e articoli per siti di article marketing.
Si può fare web marketing persino utilizzando un sistema di messaggi istantanei come Twitter (consiglio la lettura del post: 4 modi di usare Twitter per fare marketing).
Il punto cruciale oggi (per un’azienda che vuole fare web marketing) è riuscire a inserirsi nel flusso dei Consumer Generated Media. Trovare il modo dipende dal settore, dagli obiettivi e dal target. E anche dalla capacità di osare da parte delle aziende.
La sfida è lasciare il compito della produzione dei messaggi ai propri utenti e restare in ascolto.
Non è semplice capire come farlo, qualcuno ci prova senza osare fino in fondo (il caso discusso dai blogger americani sulla campagna Chevy Tahoe), qualcuno invita i propri visitatori a personalizzare i prodotti e a inviare video (ad esempio il sito delle Converse), qualcuno sfrutta i blog aziendali per mettersi a parlare con i propri utenti.
L’importante è partecipare…