Android 4.0 Ice Cream Sandwich continua a crescere, anche se con un ritmo forse al di sotto delle aspettative. Lo rivelano le nuove statistiche pubblicate da Android Developers, che mostrano la percentuale dei dispositivi equipaggiati con la più recente versione del sistema operativo. Si tratta di dati raccolti durante un periodo pari a due settimane e terminato venerdì 1 giugno, tenendo in considerazione tutti gli smartphone e i tablet che hanno effettuato l’accesso allo store Google Play.
Dal grafico emerge che Android 4.0 ICS è oggi installato sul 7,1% dei prodotti utilizzati, con un incremento del 2,2% rispetto a quanto fatto registrare all’inizio di maggio. Più precisamente, il 6,7% utilizza una versione compresa tra la 4.0 e la 4.0.2, mentre solo lo 0,4% dispone già di un aggiornamento alle 4.0.3 o 4.0.4.
Il 2,7% dell’utenza resta ancorato a Honeycomb, release sviluppata esclusivamente per i tablet (0,7% con la 3.1 e il 2% con la 3.2). Gingerbread continua ad essere la piattaforma più utilizzata, con il 65% dei dispositivi (0,4% dalla 2.3 alla 2.3.2, 64,6% dalla 2.3.3 alla 2.3.7). Il 19,1% utilizza Android 2.2 Froyo e il 5,2% Android 2.1 Eclair.
Resistono stoicamente anche Android 1.6 Donut e Android 1.5 Cupcake, ancora presenti rispettivamente sullo 0,6% e 0,3% dei dispositivi che hanno effettuato l’accesso a Google Play. Percentuali quasi insignificanti, che testimoniano però la longevità dei primi smartphone basati sul sistema operativo mobile di Google.
Tornando a focalizzare l’attenzione sulla presenza di Android 4.0 Ice Cream Sandwich, la sua crescita potrebbe far suonare qualche campanello d’allarme nei laboratori di Mountain View. Già entro la fine di giugno, in occasione del Google I/O, potrebbe essere presentata la prossima versione Jelly Bean (non è ancora chiaro se 4.2 oppure 5.0), con un esordio fissato presumibilmente nel corso dell’autunno. Assistere all’esordio di un nuovo sistema operativo testimonia l’impegno dei Google e dei suoi partner per il continuo miglioramento della piattaforma, ma al tempo stesso rischia di rendere il problema della frammentazione sempre più evidente.