La gestione delle schede di memoria esterne sui dispositivi mobile ha sempre rappresentato una questione piuttosto delicata. Se da un lato l’impiego di microSD consente di espandere notevolmente le capacità di storage, dall’altro l’accesso alle informazioni in esse salvate nelle può costituire un collo di bottiglia per quanto riguarda le prestazioni. Android supporta la lettura e la scrittura delle memory card dalla versione 1.0, ma con alcune limitazioni ben precise.
Fin dall’inizio, ad esempio, per scrivere informazioni nelle schede microSD è necessario ricorrere al permesso WRITE_EXTERNAL_STORAGE, mentre dalla release 4.1 lo stesso avviene obbligatoriamente anche per le operazioni di lettura, con READ_EXTERNAL_STORAGE. Solo oggi, a più di tre mesi di distanza dal debutto, è stato scoperto che anche il più recente Android 4.4 KitKat ha cambiato e reso ancora più restrittive le modalità di accesso allo storage esterno: in sintesi, le applicazioni sono autorizzate a modificare o creare file solamente all’interno di una cartella specifica a loro assegnata.
Il permesso WRITE_EXTERNAL_STORAGE garantisce la possibilità di scrivere solamente sull’unità primaria di storage esterno installata in un dispositivo. Le applicazioni non possono scrivere su unità secondarie di storage esterno, fatta eccezione per le directory che sono state autorizzate.
Per evitare qualsiasi confusione, è necessario un chiarimento: Google chiama “unità primaria di storage esterno” (o “primary external storage”) quella che solitamente viene definita la memoria interna di un dispositivo, mentre le “unità secondarie di storage esterno” sono le schede microSD. In altre parole, le applicazioni possono leggere e scrivere i loro file esclusivamente all’interno di una cartella a loro assegnata.
Questo garantisce un livello di sicurezza superiore rispetto al passato, in quanto le app non possono accedere alle informazioni relative ad altri software, ma al tempo stesso mette fuorigioco i file manager, impossibilitati a creare, modificare o rinominare le directory o i documenti nella memoria esterna. Ora che la questione è venuta alla luce, resta da capire come la community legata al mondo Android gestirà la limitazione imposta da Google. Le prime reazioni non sono certo positive: si tratta a tutti gli effetti di un grattacapo in più per gli sviluppatori.