Una ricerca della Purdue University in collaborazione con Microsoft ha misurato quanto la pubblicità possa incidere sui consumi della batteria sui dispositivi Android. Il risultato è stato eclatante: ben il 75% della carica è mediamente consumata dall’advertising e dalle funzioni correlate, mentre soltanto la minima parte è consumata invece dall’utilizzo delle applicazioni.
La ricerca è basata su di uno strumento denominato EProf, in grado di analizzare le varie istanze attive sullo smartphone per misurarne i relativi consumi uno ad uno. Facendo girare una applicazione quale Angry Birds, ad esempio, soltanto il 30% del totale dei consumi è addebitabile al gioco in sé, mentre il 70% circa è correlato all’upload delle informazioni, alla localizzazione ed al download delle pubblicità. Tutte le app dotate di annunci promozionali, insomma, pesano meno sui costi di acquisto, ma al tempo stesso sembrano pesare in modo sostanziale sull’esperienza d’uso dello smartphone poiché ne limitano la carica in modo evidente.
La ricerca mette però anche le mani avanti: non si sta tentanto di esprimere giudizi su app o sistemi operativi, ma si intende piuttosto sviluppare uno strumento che consenta di ottimizzare i consumi in prospettiva per poter dar vita a strumenti più efficaci. Android, ad esempio, avrebbe poca colpa nei consumi relativi all’advertising: semplicemente tale funzione sarebbe stata sviluppata senza particolari cautele e la cosa si rivelerebbe al momento estremamente penalizzante.
EProf è ora in fase di sviluppo ulteriore per poter essere traslato ed utilizzato anche su piattaforma Windows Phone.