Anche Android offrirà agli sviluppatori la possibilità di guadagnare. Questa prospettiva è destinata ad offrire alla piattaforma Android rinnovata appetibilità, rendendo l’ambiente mobile di Google non soltanto un elemento di contrapposizione agli omologhi Apple, Microsoft ed Apple (il beneficio del dubbio va lasciato a Nokia, che parte da un livello differente), ma anche e soprattutto una occasione, una golosa opportunità, una promessa vera.
L’apertura del marketplace delle applicazioni Android aprirà le compravendite nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Germania, Olanda, Spagna, Francia ed Austria vedranno aperta l’opportunità entro il primo trimestre dell’anno, mentre verranno in seguito attivate via via le altre nazioni. Le transazioni, così come già annunciato nei giorni passati per YouTube, saranno gestite tramite Google Checkout. Possono, pertanto, rappresentare se non altro un ennesimo volano per il sistema di pagamenti Google, oggi in difficoltà perché privo di traini ma in prospettiva a monte di tutte le compravendite legate a software o servizi Google.
Ogni singola applicazione potrà avere un prezzo compreso tra 0.99 e 200 dollari. Agli sviluppatori andrà il 70% degli introiti, mentre una tariffa di 3 dollari (tradotti in 5 euro) sarà depennata dal conto complessivo ogni volta che lo sviluppatore chiederà di “scaricare” il proprio account Checkout per trasformare in denaro disponibile il credito accumulato. 25 dollari è la cifra necessaria per aprire il proprio account sul sistema. Una pagina apposita è stata predisposta per offrire ogni dettaglio relativo alla tutela della privacy, mentre tra le fonti di possibile pagamento vengono elencate esclusivamente le più diffuse carte di credito.
L’App Store di casa Google prevede un sistema di controllo tale da limitare la scelta delle applicazioni pienamente compatibili con il dispositivo sul quale verranno in seguito installate. Android, infatti, potrebbe essere installato su supporti molto differenti (se ne è in questi giorni ipotizzato l’uso anche su un simil-Kindle) e le caratteristiche tecniche dell’hardware potrebbero non essere compatibili con le necessità dell’applicazione.
Android, Apple, Microsoft, Nokia: da parti diverse, ma i quattro nomi stanno convergendo verso una simile architettura basata su presupposti differenti. Apple ha aperto la strada partendo dalla necessità di riempire il proprio iPhone; Microsoft ha annunciato le proprie intenzioni nella necessità di dar vita al proprio Windows Mobile (presto in release 6.5); Nokia parte da una leadership assodata nel mercato della telefonia, ma Symbian non sembra oggi in grado di reggere l’onda d’urto della concorrenza; Google inizia il proprio passo ora, dopo un esordio basato sulle applicazioni gratuite, cercando nello store per le applicazioni il volano giusto per regalare appetibilità al proprio Android.
A Barcellona sta per iniziare il maggior evento mondiale per il mondo della telefonia mobila (la stessa definizione di “telefonia” è ormai estremamente limitativa): saranno presenti i maggiori player del settore e per i prossimi giorni v’è da attendersi un lungo elenco di annunci relativi alle novità del settore per il futuro prossimo.