Il 23 settembre di dieci anni fa debuttava ufficialmente quello che sarebbe diventato il sistema operativo più diffuso al mondo: Android. La prima versione era installata su uno smartphone molto noto ai fan del “robottino verde”, ovvero HTC Dream. All’epoca le piattaforme più popolari erano Symbian e Windows Mobile, mentre iOS era stato annunciato solo un anno prima. Oggi Android non è presente solo su smartphone, ma su numerosi dispositivi in versioni più o meno modificate.
Android è stato sviluppato dall’omonima azienda fondata da Andy Runin, Rich Miner, Nick Sears e Chris White. L’obiettivo iniziale era realizzare un sistema operativo per fotocamere digitali, ma successivamente è stato deciso di puntare sul mercato degli smartphone. Android Inc. venne acquisita da Google nel 2005 per circa 50 milioni di dollari e la supervisione del progetto rimase a Rubin fino al 2013. Android è un sistema operativo open source, quindi i produttori possono modificare il codice sorgente, ma per ricevere la certificazione da Google è necessario installare il suo software proprietario che include i Google Play Services.
Come detto, Android 1.0 è arrivato sul mercato con HTC Dream. A partire dalla versione 1.5 viene scelto un dolce per il nome in codice, la cui iniziale segue l’ordine alfabetico: Cupcake, Donut, Eclair, Froyo, Gingerbread, Honeycomb, Ice Cream Sandwich, Jelly Bean, KitKat, Lollipop, Marshmallow, Nougat e Oreo. L’ultima versione Android 9 Pie è disponibile dall’inizio di agosto.
Oggi Android è installato su oltre 2 miliardi di dispositivi. Per alcuni di essi è stata sviluppata una variante specifica, ad esempio Android Wear (Wear OS) per smartwatch, Android TV per smart TV e set-top box, Android Auto per automobili. Le app Android possono essere eseguite anche su notebook con Chrome OS. L’azienda di Mountain View ha avviato inoltre un’iniziativa per incrementare la diffusione nei mercati emergenti: Android Go, una versione più leggera per smartphone di fascia bassa. Android One è invece la versione stock disponibile anche per modelli di fascia media.
Proprio a causa della possibilità di installare il sistema operativo su smartphone appartenenti ad ogni fascia di prezzo, Google deve fronteggiare la cosiddetta frammentazione. In base ai dati pubblicati il 12 settembre, la versione più diffusa è Nougat (30,8%). Oreo (14,6%) è addirittura meno diffusa di Marshmallow (22,7%). L’azienda di Mountain View ha implementato Project Treble per risolvere il problema, ma ancora non si vedono i frutti di questa soluzione.