Android: e luce fu

Il Mobile World Congress 2008 è l'occasione buona per vedere i primi veri prototipi di smartphone basati su Android. Il sistema Google ad oggi replica senza peculiarità di rilievo quanto già proposto dai rivali Windows Mobile e Symbian
Android: e luce fu
Il Mobile World Congress 2008 è l'occasione buona per vedere i primi veri prototipi di smartphone basati su Android. Il sistema Google ad oggi replica senza peculiarità di rilievo quanto già proposto dai rivali Windows Mobile e Symbian

Il Mobile World Congress 2008, la fiera della telefonia mobile in corso a Barcellona, ha visto il primo prototipo ufficiale di smartphone equipaggiato con Android. A presentare il telefonino non è stato un produttore di cellulari, ma bensì la ARM Holdings, che grazie ai suoi processori è leader incontrastato delle CPU per la telefonia cellulare e i dispositivi embedded.

Il dispositivo mostrato è un prototipo fornito di una tastiera QWERTY molto simile ad un BlackBerry ed equipaggiato con un processore ARM9, una CPU vecchia di un paio di generazioni. Con questa scelta ARM ha voluto dimostrare la possibilità di utilizzare Android anche su dispositivi non troppo evoluti: anche uno smartphone oggi considerato di fascia bassa può far girare il sistema operativo sponsorizzato e voluto da Google.

La dimostrazione è stata effettuata presso un pubblico ristretto di giornalisti che ha avuto la possibilità di testare con mano l’interfaccia e la responsività dell’apparecchio. Secondo le prime impressioni l’interfaccia non è molto distante da quelle che si trovano sugli attuali smartphone e non presenta nulla di innovativo rispetto a Windows Mobile o Symbian S60, i due principali concorrenti. Tuttavia questo rimane coerente con le finalità originali di Android, che mira a semplificare la progettazione software dei terminali grazie ad un’architettura unica e uniforme. Secondo le parole di James Bruce, mobile manager per il marketing di ARM, «Adroid fornisce un application framework completo, che può essere messo sui chipset con molto meno lavoro». Rispetto alle architetture chiuse, inoltre, Android lascia comunque aperta tutte le possibilità di personalizzazione ai produttori, che grazie al cuore opensource fornito da Linux, possono facilmente scrivere nuovi servizi e nuove funzioni per i propri device.

Per quanto riguarda la diffusione di Android, ARM non ha un’idea precisa sul futuro, tuttavia sempre James Bruce fa notare che «Il mercato della telefonia mobile è enorme. Ogni anno vengono consegnati più di un miliardo di telefoni in tutto il mondo. Anche se una compagnia potesse accaparrarsi solo il 10%, sarebbe comunque un buon risultato».

Previsioni a parte, la febbre Android non accenna a scendere e già si freme per il secondo prototipo che verrà presentato, sempre a Barcellona, dalla Texas Instruments, la quale sfoggerà Android su un telefono con chipset OMAP850, sempre basato su un processore ARM9 non troppo recente (fino a 200 MHz), con funzioni di WiFi, Bluetooth e connettività EDGE. Secondo le prime anticipazioni, l’interfaccia dovrebbe essere diversa dal prototipo di ARM, con un pulsante principale per tutte le funzioni avanzate (mail, web, video e così via).

Sebbene Android cominci a concretizzarsi nessuno dei produttori più noti si è ancora sbilanciato nel fornire una data per la futura commercializzazione, con nomi del calibro di T-Mobile e HTC che parlano vagamente di 2008. Resta comunque probabile che i primi modelli arriveranno da produttori minori e si concentreranno sul mercato asiatico, da sempre più tollerante a questo tipo di sperimentazioni.

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