La crescita dell’ecosistema Android va di pari passo con quella delle minacce informatiche che ne mettono a repentaglio la sicurezza. È quanto emerge dal nuovo rapporto Security Roundup Report pubblicato da Trend Micro che fotografa lo stato di salute del sistema operativo mobile di Google prendendo in considerazione le informazioni raccolte nel terzo trimestre dell’anno. Il risultato lascia poco spazio a interpretazioni, con la piattaforma sempre più nel mirino di malware e pericoli riguardanti la tutela dei dati personali e altre tipologie di codice maligno.
Il dato più allarmante riguarda il numero di attacchi o violazioni messi a segno, passato dai 30.000 episodi registrati nel mese di giugno ai 175.000 di settembre (+483%). Un problema che Google sembra aver sottovalutato in passato, senza porre i dovuti freni alla diffusione di app “corrotte” sugli smartphone e sui tablet equipaggiati con Android. In futuro le cose potrebbero cambiare, grazie a un approccio differente in fase di approvazione e all’impiego di strumenti più efficaci per il riconoscimento e la rimozione delle minacce.
La causa principale di questa vera e proprie epidemia è da ricercare nel proliferare di versioni modificate delle applicazioni più celebri, quasi sempre distribuite al di fuori dello store ufficiale e che sfruttando un brand popolare traggono in inganno gli utenti. Attenzione dunque a scaricare e installare APK di dubbia provenienza, poiché dietro a quello che sembra un semplice gioco o la versione gratuita di un software potrebbe nascondersi un grave rischio per la propria sicurezza.
Ci sono poi quelli che Trend Micro definisce “Aggressive Adware”, ovvero tutti quei software che non rispettano le autorizzazioni concesse dall’utenza raccogliendo un quantitativo maggiore di informazioni personali rispetto a quanto previsto, ovviamente per utilizzarle a fini pubblicitari e mostrare messaggi di advertising mirati.
Nonostante la sua giovane età, Android ha già conquistato la fetta più grande del mercato smartphone e anche in ambito tablet è in costante crescita. Questo rappresenta ovviamente un terreno fertile per i malintenzionati, soprattutto se si pensa che soltanto una persona su cinque utilizza un’app dedicata alla sicurezza. Google è dunque chiamata a migliorare la propria infrastruttura per scongiurare il pericolo all’origine, ma parte della responsabilità dev’essere riconosciuta all’utente finale: prestare attenzione a ciò che si scarica e leggere sempre le autorizzazioni concesse a un software sono consigli che possono sembrare datati, ma ancora validi anche per i dispositivi mobile.