La stabilità di una piattaforma è di fondamentale importanza, anche quando si parla dell’ambito mobile. Google, con il suo sistema operativo, sembra aver imboccato ormai da tempo la strada giusta, riducendo in modo significativo la frequenza dei malfunzionamenti e i blocchi delle applicazioni in esecuzione su smartphone e tablet. Anche Apple sta muovendo passi nella direzione corretta, ma il gap che la separa dal rivale di Mountain View è ancora piuttosto evidente.
È quanto emerge dal report intitolato “Mobile Experience Benchmark” e pubblicato da Crittercism. Analizzando il comportamento di circa un miliardo di device in tutto il mondo è emerso che la più recente versione di Android, ovvero la release 4.4 KitKat disponibile da fine ottobre, va incontro a crash nello 0,7% dei casi, mentre se si prende in considerazione iOS 7.1 la percentuale è oltre il doppio: 1,6%. Il gruppo di Cupertino ha comunque dimostrato il proprio impegno nel tentativo di porre rimedio alla situazione, migliorando dal 2,1% dell’edizione 7.0 e addirittura dal 2,5% della più datata 6.0. Tornando alla tecnologia di bigG, la versione meno stabile è stata Gingerbread con l’1,7%, mentre le successive Ice Cream Sandwich e Jelly Bean hanno fatto registrare gli stessi risultati di KitKat (0,7%).
Dando uno sguardo alla classifica dei singoli dispositivi, il più affidabile è risultato essere lo smartphone Samsung Galaxy S4 con lo 0,9%, seguito dal predecessore Galaxy S3 a pari merito con HTC One e Galaxy Tab 2 7.0 (1,2%), poi Galaxy Tab 2 10.1 (1,6%), Nexus 7 e iPhone 5 (1,7%), iPhone 5S (2%), iPhone 4S (2,2%), iPhone 4 (2,4%) e iPad 3 (2,5%). Fanalino di coda il tablet iPad 2 della mela morsicata, con un poco invidiabile 2,6%.
Analizzando invece le applicazioni per tipologia, quelle che più spesso vanno incontro a crash appartengono alla categoria gaming (4,4%), mentre le più stabili sono relative a servizi di e-commerce (0,4%). Nel mezzo si trovano social e comunicazioni (0,6%), business (1,2%), notizie, sport e intrattenimento (1,4%), foto, video e contenuti multimediali (1,6%).