La NASA ha inviato nello spazio profondo due piccoli robot, denominati SPHERES, con annesso smartphone Nexus S dotato di sistema operativo Android insieme all’ultimo shuttle con equipaggio umano, Atlantide, nella missione STS-135. Il duo di smartphone è stato inviato per testare e studiare come essere umani e robot possano convivere nello spazio in maniera efficiente.
Durante la missione, i telefonini sono stati sfruttati appunto per controllare e aggiornare l’equipaggio sulle funzioni delle SPHERES (Synchronized Position Hold, Engage, Reorient, Experimental Satellites), ovvero una sorta di piccoli satelliti robotici sviluppati originariamente presso il Massachusetts Institute of Technology. Gli smartphone aiutano quindi le SPHERES nello svolgere funzioni solitamente ricoperte dagli astronauti, come registrare i dati dei sensori o catturare immagini e filmati. Successivamente, i telefoni controlleranno le SPHERES attraverso la scheda IOIO e possibilmente con il Kit Android Open Accessory Development.
Un paio di ingegneri Google ha sviluppato un’applicazione oper source con sensori di registrazione che la NASA ha deciso di utilizzare per la diagnostica delle SPHERES. È possibile scaricare l’applicazione direttamente dall’Android Market. La NASA era interessata ad Android proprio perché è una piattaforma open source, il che rende molto facile la personalizzazione del software sul telefono cellulare per soddisfare le specifiche richieste dalle condizioni spaziali in cui si trovano a lavorare i robot. Anche Nexus S si è rivelato ottimo allo scopo grazie ai vari sensori e al processore ad alte prestazioni, ma bassi consumi.