Android One è un progetto ambizioso, le cui finalità non sono da ricercare esclusivamente nel volume di smartphone commercializzati, ma in un cambio di visione e prospettiva che nel medio-lungo termine dovrà arrivare a coinvolgere tutti i produttori, spingendoli a porre maggiore attenzione su aspetti come il rilascio puntuale degli aggiornamenti. Così Caesar Sengupta, vice president of product management di Google, spiega perché il gruppo non lo abbandonerà nonostante i risultati ottenuti finora.
A quasi un anno dal lancio il programma ha raggiunto sette paesi, compresa la Turchia. In India, il più importante dei mercati coinvolti dall’iniziativa, sono però state vendute finora solo 800.000 unità, un numero al di sotto delle aspettative iniziali. Il gruppo di Mountain View lo ammette senza ricorrere a giri di parole, identificando in una distribuzione non gestita al meglio il problema principale. In altre parole, molti potenziali acquirenti indiani non sono stati in grado di trovare i dispositivi nei negozi e hanno dunque preso la decisione di acquistare altri modelli. In futuro le cose cambieranno, parola di Sengupta.
Abbiamo imparato molto dalla collaborazione con i primi partner e loro hanno imparato molto per quanto riguarda la disponibilità dei prodotti, i canali di distribuzione e altro ancora. Nel corso del tempo, collaborando con i produttori, ci assicureremo che le cose vadano molto meglio.
Unità vendute a parte, come detto in apertura l’obiettivo del progetto Android One è di più ampio respiro. Google non è un produttore hardware, ma fornisce una tecnologia che può essere integrata dagli OEM nei device, attorno alla quale ruotano servizi e prodotti online di ogni genere, dalla gestione della posta elettronica all’intrattenimento multimediale. Assicurando il supporto diretto agli acquirenti e la certezza di poter contare sul rilascio di aggiornamenti puntuali alle nuove versioni del sistema operativo, bigG intende invertire la tendenza che fino ad oggi ha alimentato quello che rappresenta il vero tallone d’Achille della piattaforma: la frammentazione tra le varie edizioni.