A partire dal mese di settembre, quando è avvenuto il lancio ufficiale, milioni di persone hanno configurato Android Pay come sistema di pagamento sul proprio smartphone. A svelarlo è Google, annunciando le novità che riguardano la tecnologia. La prima e più importante è relativa alla possibilità, da oggi, di utilizzarla anche per pagare gli acquisti portati a termine all’interno delle applicazioni.
Non si parla degli acquisti in-app, ovvero di quelli effettuati per sbloccare contenuti aggiuntivi ad esempio nei giochi, ma dei servizi e prodotti che si possono acquistare su piattaforme come Wish e OpenTable, dunque dai dispositivi elettronici alle prenotazioni di tavoli al ristorante. Ovviamente l’iniziativa è circoscritta agli Stati Uniti, unico territorio dove Android Pay risulta al momento attivo e in cui gli utenti possono beneficiare di speciali sconti in fase di pagamento, grazie alle partnership siglate tra Google e alcune catene di commercianti.
L’altra novità riguarda il rollout a livello mondiale: entro la prima metà del 2016 il sistema farà il suo debutto ufficiale in Australia, forte della collaborazione siglata fra il gruppo di Mountain View e alcuni istituti bancari locali come ANZ e Westpac, per poi espandersi ulteriormente più avanti. Al momento, comunque, non è dato a sapere quando toccherà all’Europa.
L’obiettivo principale di Android Pay è, appunto, quello di semplificare la gestione dei pagamenti in mobilità, sollevando l’utente dall’obbligo di estrarre la propria carta di credito e digitare il PIN per portare a termine un acquisto nei negozi. Tutto ciò che bisogna fare è toccare il display dello smartphone: al resto pensa il sistema, garantendo la piena sicurezza della transizione, poiché nessun dato in merito al conto bancario viene trasmesso al commerciante. La tecnologia deve confrontarsi con la concorrenza di alternative come Apple Pay e Samsung Pay.