Il debutto ufficiale di Android Wear è avvenuto a fine giugno, più precisamente in concomitanza con il keynote che ha aperto l’evento Google I/O 2014 di San Francisco. È stato in quel momento che ha preso il via la commercializzazione di LG G Watch e Samsung Gear Live, i primi due modelli di smartwatch basati sulla nuova piattaforma, ai quali nei prossimi mesi si aggiungere il tanto atteso Motorola Moto 360 con display rotondo.
Meno di tre settimane dunque, ma sufficienti per garantire al sistema operativo un massiccio supporto da parte degli sviluppatori: è di oggi la notizia che le applicazioni compatibili con i dispositivi Android Wear presenti su Play Store hanno superato in termini numerici quelle per gli occhiali Google Glass. Questo significa che gli utenti preferiscono di gran lunga i dispositivi indossabili da portare al polso rispetto a quelli da mettere in testa? Non necessariamente. Il rapido sorpasso può essere spiegato innanzitutto prendendo in considerazione le modalità di pubblicazione delle app sulla piattaforma di distribuzione Google Play.
Quelle per Google Glass devono rispettare linee guida ben precise e, prima di poter essere rese disponibili al download, necessitano dell’approvazione diretta da parte del gruppo di Mountain View. Al contrario, il processo per rendere un software compatibile con gli smartwatch è ben più rapido: gli sviluppatori possono aggiornare in modo del tutto autonomo un’applicazione già online, semplicemente introducendo la possibilità di inviare le notifiche dallo smartphone (o dal tablet) allo schermo dell’orologio.
La forte crescita di Android Wear fin dal suo esordio fa comunque ben sperare per il futuro del sistema operativo: le potenzialità sono enormi e vanno ben oltre l’ambito dell’intrattenimento o quello della comunicazione in mobilità, toccando ad esempio il settore della domotica e favorendo l’interazione degli utenti con tutte le componenti di una smart home.